Il set di Matteo Oleotto: «Due giovani balordi in una storia da incubo»
Il regista goriziano sta girando il nuovo film a Malborghetto: «Troppo caldo, abbiamo fatto arrivare la neve con i camion»

Riecco il goriziano Matteo Oleotto, dopo un lungo giro televisivo di ottime fiction, riprendere la buona abitudine del cinematografo. Lui si prese cura di un piccolo film fenomeno, “Zoran, il mio nipote scemo”, con Giuseppe Battiston protagonista, che Venezia 2013 accolse con ovazioni live.
Nuovo set friul-montano per il regista di “Volevo fare la rockstar” a favore di una pellicola “partigiana”, come Matteo la definisce, nel senso di attesa nei boschi delle variabili meteorologiche. «Confidavamo nella neve — racconta — ma dove un tempo il termometro scendeva a meno ventidue, adesso in febbraio sfiora gradi primaverili. Non siamo una produzione monstre, ci vien difficile manovrare effetti speciali, ma abbiamo fatto arrivare i camion con quello che ci serviva».
Giustappunto: “Ultimo schiaffo” questo è il titolo della commedia, dramma, thriller, noir — «non facile fornire una connotazione precisa», spiega Oleotto — è una co-produzione Italia-Slovenia, ovvero Staragara con Spok Films e Rtv Slovenja in collaborazione con Rai Cinema, in associazione con Mompracem, dei Manetti Bros, e Transmedia. Ovviamente è la Film Commission Fvg coordinata da Chiara Valenti Omero a muovere materia, maestranze location e organizzazione globale.
«Sei settimane di lavorazione, oggi siamo ben oltre il giro di boa — svela il regista con accanto David Cej, di Staragara, e Federico Poillucci di Lokafilm — e domani ci trasferiremo a Gorizia dopo un galvanizzante tour fra Val Saisera, Lago del Predil, Cave del Predil, location fondamentale da dove il tutto si è formato, Sella Nevea e Kranjska Gora».
Il sì dietro la macchina di Oleotto è diventato un sì bello convinto e granitico dopo aver ottenuto un ok sulla totale libertà di girare «della quale ormai non ne posso fare a meno. Devono lasciarmi in pace, meravigliosamente solo».
Il desiderio è quello di uscire a Natale 2025 con la distribuzione della friulana Tucker Film. «Sarebbe fantastico se ciò accadesse, nonostante il periodo sia piuttosto trafficato di celluloide. Voi non avete idea di quante luci natalizie ho utilizzato durante le riprese», racconta Matteo. Prima lo odiavo, poi con mio figlio ho ripreso ad amarlo».
Apriamo le porte del set? Che mai succede? «”Ultimo Schiaffo” s’infila dritto in un caos filmico non controllato. In un paesino d’alta montagna due giovani balordi, peraltro fratelli — Jure e Petra — sperano di dare una rinfrescata alla loro catapecchia sul lago e, per tirare in qua due soldi, sposano forse non consapevoli una girandola di situazioni da incubo. Giuseppe Battiston torna al fianco dei Oleotto con una parte da prete bisbetico. Massimiliano Motta e Adalgisa Manfrida sono usciti trionfanti dai severi provini di Matteo: oltre duecento. I due giovanotti non s’erano mai visti prima, ma dopo un mese di riprese ragionano già come fratelli anche nella realtà. Max è veronese, Ada è un sangue misto tedesco-siculo-trentino. «Ci stiamo divertendo tantissimo a interpretare due scemi, esperienza fantastica che ogni giorno assume nuove connotazioni. Studiamo tanto, più Ada, dice Massimiliano».
A fine chiacchiera tutti su a Cave. La cinepresa è accesa.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto