Fotografia, ecco la sfida lanciata da Pordenone
Da Zannier a Barbey, il tema per la candidatura a capitale della cultura 2027ì. Prevista anche una sezione dedicata a Rommel, Tajariol e Pasquaretta
La galleria Harry Bertoia diventa la cornice di due straordinarie mostre fotografiche, unite dal filo conduttore comune della candidatura a Capitale della cultura italiana 2027: una è dedicata a Italo Zannier, spilimberghese, classe 1932, intellettuale, docente, curatore di celebri mostre, collezionista e fotografo, primo titolare di una cattedra di Storia della fotografia in Italia nonché figura di riferimento per il riconoscimento della disciplina nel nostro paese.
La seconda riguarda gli scatti di Bruno Barbey nell’Italia degli anni Sessanta, uno sguardo a una società in rapido mutamento.
Ieri sono state presentate entrambe le esposizioni che fanno parte di una rassegna promossa dal Comune di Pordenone e organizzata dall’impresa culturale Suazes, che ha preso avvio ieri e proseguirà fino al 4 maggio 2025, dove si susseguiranno una serie di progetti espositivi e culturali dedicati alla fotografia.
«Questo progetto – ha affermato in sede di presentazione il vicesindaco reggente e assessore alla Cultura del Comune di Pordenone, Alberto Parigi – rappresenta il primo passo significativo del percorso della nostra candidatura a Capitale della Cultura 2027. Ne incarna lo spirito, esplorando attraverso la fotografia l’evoluzione sociale e economica dell’Italia con uno sguardo particolare al nostro territorio. In questa iniziativa si fondono cultura, arte e lavoro. Con questa stagione espositiva vogliamo dare ulteriore forza allo sforzo culturale della città con una programmazione di respiro nazionale”.
L’avvio è rappresentato dalla grande mostra dedicata a Italo Zannier dal titolo “Italo Zannier – Io sono io. Fotografo nella storia e storico della fotografia”, che ha l’obiettivo di indagare la “moltitudine” della passione e dell’impegno di Zannier verso la disciplina fotografica.
Il percorso espositivo, inaugurato ieri e visitabile da domenica 22 dicembre alla Galleria Harry Bertoia di Pordenone fino al 4 maggio permette di esplorare gli interessi del professore Zannier, da un lato fotografo nella storia e dall’altro uno dei massimi esperti della storia della fotografia.
Per la prima volta sono raccolte le molteplici attività, legate alla fotografia, che Zannier ha portato avanti con una forza e una passione che non ha eguali nel panorama nazionale. Un percorso che interessa anche le sue produzioni più recenti: sviluppate nella parte dell’insegnamento, nella realizzazione di saggi, nella curatela di celebri mostre. Il percorso si completa con un’intervista inedita al professore.
Il progetto è curato da Giulio Zannier e Marco Minuz ed è sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia.
La rassegna “Sul guardare” prosegue con “Bruno Barbey – Les Italiens”, che da domenica 22 dicembre al 4 maggio (inaugurazione domani, sabato 21 dicembre) sarà ospitata anch’essa alla Galleria Harry Bertoia. Un progetto che gode del sostegno di Magnum Photos, dell’Académie des Beaux-Arts di Parigi e dell’archivio Bruno Barbey, con il patrocinio del Consolato Generale di Francia e dell’Istituto Francese di Cultura di Milano.
Per la prima volta in Italia si espone questo progetto fotografico che Berbey realizzò in Italia fra il 1962 e il 1966. Il giovane fotografo presentò questo insieme di immagini a Robert Delpire che suggerì subito di pubblicarle nella serie “Essential Encyclopedia”.
Le circostanze dell’epoca impedirono la realizzazione del libro ma il portfolio di fotografie italiane convinse l’agenzia Magnum Photos delle potenzialità del giovane Barbey, che fu subito accettato nella cooperativa.
Dopo decenni di lavoro e numerosi volumi su altri paesi, Barbey pubblicò una prima versione di quest’opera nel 2002, con un’introduzione di Tahar Ben Jelloun. L’idea, alla base di questo progetto, era di «catturare lo spirito di una nazione attraverso le immagini e creare un ritratto dei suoi abitanti reduci dai traumi della guerra pronti al decollo del “miracolo economico».
La mostra, curata da Caroline Thiénot-Barbey e Marco Minuz presenta una settantina di stampe. Sarà arricchita anche da una video/intervista a Barbey.
La rassegna si sviluppa ulteriormente con una sezione dedicata ai fotografi contemporanei, in un progetto, sostenuto dalla Regione Friuli-Venezia Giulia, dedicate a tre fotografi: Max Rommel, Michele Tajariol e Paola Pasquaretta che saranno ospitate in sequenza, dal 18 gennaio 2025 al 4 maggio 2025 negli spazi del Museo Civico d’Arte Ricchieri di Pordenone.
Dal 17 gennaio prenderà avvio, inoltre, un calendario di eventi con workshop, incontri con fotografi e scrittori dedicato a queste mostre per un approfondimento nella loro fruizione e delle loro potenzialità.
L’intero progetto gode del patrocinio del Ministero della Cultura.
Con il dossier “Pordenone 2027. Città che sorprende” si vuole, infatti, mettere al centro l’attività culturale e superare la dicotomia tra città d’arte e città industriale, promuovendo un dialogo fertile ed appassionato tra il tessuto produttivo e il fermento creativo.
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