Francesco Baracca, il Cavallino Rampante e quel duello in Carnia Lo stemma simbolo della Ferrari potrebbe essere nato qui La storia raccontata nell’ultimo libro di Guido Della Schiava

ARTA TERME. Il mitico “cavallino rampante” simbolo della Ferrari potrebbe essere legato in qualche modo alla nostra Carnia e allo scontro aereo avvenuto nei suoi cieli durante la prima guerra mondiale con protagonista Francesco Baracca.
Le sue presunte origini, si intersecano con le vicende locali del primo conflitto mondiale che vengono raccontate da Guido della Schiava nei suoi ultimi due libri “Dalle storie ignorate al mito del cavallino rampante” riprese ed approfondite all’interno della nuova opera: “1916. L’epico duello nei cieli della Carnia. Dall’aeroporto di Cavazzo ai pionieri dell’aviazione.” che verranno presentati dal direttore della biblioteca Civica di Tolmezzo, Giulio Boiti venerdì alle 17 nello stabilimento termale di Arta Terme.
Affascina quindi la storia scritta da Della Schiava, personaggio quasi artistico che evidenzia tutta la sua carnicità quando si esprime con l’inconfondibile “D” blesa; racconta come sono nate le sue ultime fatiche letterio-documentariste con la luce negli occhi; si perde nel ricordo di Nonna Cecilia, testimone diretta nei suoi prati, dell’abbattimento da parte di Francesco Baracca di un aereo partito da Villach ai comandi di Kalmanm Sarkozy.
Della Schiava già da subito dice che avrebbe voluto leggere le storie che lui racconta; che non gli piace scrivere, ma, per non dimenticare episodi sconosciuti di storia del post, in particolare della Val Chiarsò nei periodi bellici ha deciso di mettere nero su bianco testimonianze, supportate da documenti, di chi ha vissuto da vicino la guerra; si leggono così tutto d’un fiato i due testi correlati anche da immagini inedite, frutto di una memorialistica che altrimenti si sarebbe dispersa e che in qualche modo aggiunge, oggi, storia alla storia.
Pare che Francesco Baracca divenuto “Asso” della aviazione italiana per aver abbattuto 5 aerei nemici abbia “conservato come trofeo del suo aereo” il cavallino dipinto sulla tela cerata posto sulla fusoliera dello Spad. Alcuni sostengono che il cavallino fosse rosso su sfondo bianco.
Dopo la tragica morte di Baracca la madre, contessa Paolina dona all’ingegnere Enzo Ferrari il cavallino: “metta sulle sue macchine il Cavallino di mio figlio” gli avrebbe detto “gli porterà fortuna”. Aura di mistero di ipotesi di teorie, di versioni tra cui chi afferma che Baracca abbia copiato il logo dallo Stemma della Reale Cavalleria piemontese.
Resta il fatto che Baracca ha solcato i cieli del Friuli Venezia Giulia e carnici e della Schiava sulle molte ricerche delle sue imprese aggiunge all’episodio dell’abbattimento aereo del novembre 1916 nella val Chiarsò, un motivo che si intreccia tra i luoghi e le leggenda forse ancora da scoprire interamente. Una storia affascinante.
La Carnia, o si ama; o si ama; Guido della Schiava assessore alla Cultura di Arta ha dato il via ad un agosto per così dire con i fiocchi ad Arta Terme con arte cultura, musica, spettacoli teatrali, folklore, tradizioni e storia. Molti gli appuntamenti di successo come quello di ieri sera con Edi Fabris che ha presentato il suo libro “Storie di cartone”.
Maristella Cescutti
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