Friulani illustri: storia e cultura in un centinaio di immagini

Un’esposizione nella chiesa di San Lorenzo a San Vito al Tagliamento. I ritratti appartengono alla collezione Danelon

Giuseppe Mariuz

Ogni ritratto ci dà una rappresentazione, reale o ideale, sia della fisionomia del personaggio che vi è raffigurato sia del contesto storico e ambientale che lo circonda, a partire dall’acconciatura e dalle vesti per finire con lo sfondo. Negli ultimi secoli, dopo l’invenzione della stampa, numerose sono state le tecniche usate dagli artisti, scaturite da materiali diversi come legno (xilografia), metallo (calcografia) e pietra (litografia), e da strumenti di lavoro diversi come bulino, puntasecca o acidi per azione corrosiva, il cui esito finale è dato dall’inchiostro su carta.

Un’interessante e ampia mostra di oltre cento ritratti originali a stampa di esponenti della storia e della cultura friulana, eseguiti dalla fine del XV secolo (il più antico del 1493) agli inizi del XX, è attualmente esposta nella Chiesa di San Lorenzo di San Vito al Tagliamento, visitabile nei fine settimana o su prenotazione fino al 19 maggio. È intitolata «…per ravvivare la memoria di tanti rari e pellegrini ingegni» ed è ricavata dalla collezione di stampe di Deny e Severino Danelon, verosimilmente la più rilevante del genere in ambito privato nella nostra regione.

Il catalogo che la illustra, dopo l’introduzione di Stefano Aloisi e una nota sulle varie tecniche incisorie di Diana Cristante, presenta una scheda per ogni opera raffigurata, con una biografia essenziale del personaggio, il nome dell’autore, le dimensioni e la tecnica usata per la stampa. Per molti personaggi l’artista è coevo, quindi il ritratto è da ritenersi fedele, per altri invece, e ovviamente per coloro che sono vissuti in epoca antica o medioevale, è idealizzato o basato su descrizioni anteriori.

Accanto a ritratti su stampa sciolta, vengono proposti in mostra alcuni libri d’epoca in cui sono stati inseriti come parte integrante. Fra i numerosi personaggi, citiamo cinque ritratti in bulino e acquaforte di fra Paolo Sarpi (1552-1623), storico e consultore della Repubblica di Venezia, alcuni su stampa sciolta (come quello dell’incisore inglese George Vertue) e uno inserito in antiporta di un volume biografico pubblicato a metà Settecento a Helmstadt, in cui è descritta l’origine sanvitese della famiglia paterna.

Diversi ritratti, compiuti da vari artisti in epoche diverse, celebrano il famoso pittore Giovanni Antonio de’ Sacchis detto il Pordenone. Inutilmente pomposo, data l’imminente fine della Repubblica Serenissima, appare quello dell’ultimo doge di Venezia, il friulano Ludovico Manin (1726-1802), compiuto dal coevo artista Vincenzo Giaconi. Tra le donne, citiamo il ritratto a bulino e acquaforte di Elisa Bonaparte Baciocchi (1777-1820), sepolta a Villa Vicentina, per opera di Eugène Gervais, la litografia della nobildonna Elisabetta Teresa Doria da Camino di Fernando Bassi, l’acquaforte in volume della pittrice e letterata Irene di Spilimbergo di Giacomo Aliprandi, la xilografia della scrittrice Caterina Percoto di Tranquillo Marangoni. La mostra è pubblicizzata con l’effigie di uno strano personaggio, Giovanni Lodovico Isolani, nato a San Vito al Tagliamento nel 1579 e morto a Vienna nel 1640, divenuto comandante di un reggimento imperiale austriaco di Croati, che si fece ritrarre dal contemporaneo artista Balthasar Moncornet con un vistoso copricapo di foggia orientale.

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