Frizzi, Comini Tonazzi: i nostri primi quarant’anni

UDINE. Sono molte le storie che circolano sulla nascita del trio Frizzi-Comini-Tonazzi. Si sa per certo che i tre, coetanei classe ’52, frequentarono in sezioni diverse il liceo classico Stellini. Tonazzi sciava, Frizzi e Comini giocavano a calcio. Giovedì, a Udine, nella Casa del Campo in via Mentana 80, parafrasando Marina Ripa di Meana i tre festeggeranno i loro “primi 40 anni” di carriera.
La festa è libera, dura tutto il giorno, tutti sono invitati e non è necessaria alcuna prenotazione. «L’idea - spiega Tonazzi - ce l’ha data Erwin Stricker per i suoi 60 anni: non date conferme, non date disdette, non portate niente, sarà un piacere incontrarvi». Abbiamo chiesto a due terzi del gruppo (Frizzi non pervenuto) cosa c’è all’orizzonte.
Chi verrà alla festa cosa può aspettarsi?
Comini: «Vogliamo assolutamente evitare di dare all’evento un tono autocelebrativo. Io pensavo di proiettare due film: noi tre addormentati su una barca che ci lasciamo trasportare dalla corrente, titolo “Pronti a nuove sfide”. L’altro, titolo “Eternitre”, noi come la Trinità: mani giunte e occhi socchiusi nell’atto della preghiera, con le teste cerchiate dalle aureole. Ma credo che sarà difficile riuscire a realizzarli per il giorno 15».
Tonazzi: «Niente di particolare. Tranne appunto il piacere di incontrare noi e noi di incontrare chi viene».
Alcuni anni fa dichiaravate che il vostro sodalizio resiste nel tempo in quanto non ci sono mai state discussioni sulla ripartizione dei diritti Siae. Perchè sono tanti o per l’esatto contrario?
Comini: «La continuità del nostro sodalizio più che dalla Siae, dipende dall’Inps».
Tonazzi: «Sono pochi perché non è che lavoriamo tanto. Dall’inizio abbiamo deciso di firmare comunque tutte le canzoni in tre: infatti possiedo un terzo della “Bigate dute flape”.
Quanto ha influito, per la popolarità e “cantabilità” delle vostre canzoni, l’uso di termini a volte scurrili?
Comini: «Il nostro modo di condire parolacce e musica è stata la formula che ci ha permesso di differenziarci. Canzoni come “La bigate”, “Il maniago di Maniago”, “Un puzzo di bravura” anche nell’era dei social sembrano non sentire gli anni».
Tonazzi: «Un poco, all’inizio. Forse più gli argomenti, perchè nel ’75 non c’erano Elio e compagnia. Ma non siamo anticipatori: abbiamo tentato di colpire di testa prima che facessero il cross (e siamo calciatori!)».
Il momento più alto della vostra carriera?
Comini: «Le copertine che ho disegnato per i dischi e le cassette di Toni Merlot».
Tonazzi: «... che abbiamo recuperato allo spettacolo, dopo che era entrato nella malavita e che si era dedicato alle truffe e al bulimismo».
Ci sono all'orizzonte dei vostri “eredi” in Friuli?
Comini: «Trovo originali i Carnicats». Tonazzi: «Le mie figlie, alle quali lascerò un terzo di tutti i diritti d’autore».
Un sogno nel cassetto?
Comini: «Mi piacerebbe registrare alcuni nostri brani (“Viva i maiali”, “Però io conosco tanti animaletti” e anche “L’autostrada della Carnia”) accompagnati da un’orchestra sinfonica».
Tonazzi: «Paul McCartney che viene a suonare il basso a Nimis con noi, perché Franco Feruglio è impegnato. Pensi che sia qualcosa di realizzabile?».
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