A Gemona “Sguardi nel Tempo”: una mostra racconta l’opera di Elio Ciol

Sabato 18 gennaio apre l’esposizione nelle ex carceri del castello. Sarà visitabile fino al 15 giugno. Allestita una speciale sezione dedicata alla città. 

Carlo Gaberscek
Una sezione della mostra con uno scatto che ritrae Pier Paolo Pasolini
Una sezione della mostra con uno scatto che ritrae Pier Paolo Pasolini

Anche la città di Gemona ha voluto rendere omaggio a Elio Ciol (classe 1929), il più grande fotografo friulano vivente, le cui opere sono conosciute a livello internazionale attraverso più di 180 mostre personali. Sabato 18 gennaio viene ufficialmente inaugurata la mostra “Elio Ciol. Sguardi nel tempo”, nata per iniziativa del Comune di Gemona del Friuli/Assessorato alla Cultura e della Cineteca del Friuli, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia. L’appuntamento è in sala consiliare alle 11. 30 per la cerimonia di inaugurazione alla presenza di Elio Ciol. Seguirà il taglio del nastro al Castello, sede dell’esposizione.

Come organizzare in maniera originale una nuova mostra e, soprattutto, nell’ambito dello spazio espositivo a disposizione che cosa selezionare dello straordinario patrimonio visivo creato da Ciol nell’arco di settant’anni di lavoro? Il problema è stato felicemente risolto da una stretta collaborazione tra Elio Ciol e il figlio Stefano. La mostra, disposta su quattro piani nel massiccio edificio delle ex carceri del Castello, si apre con una sezione “speciale” in onore della città ospitante, frutto di un accurato lavoro di ricognizione di padre e figlio all’interno della chiesa del paese di Nova Cerkev (nel comune di Vojnik), a undici chilometri a nord della città di Celje, nella Slovenia nord orientale, per documentare gli affreschi dipinti nel 1886 dal gemonese Giacomo Brollo (1834-1918), che per oltre quarant’anni lavorò in circa cinquanta chiese della Slovenia, nonché in Carinzia e Croazia.

Grazie al lavoro fotografico dei Ciol, nella prima sezione della mostra gemonese il visitatore si trova dunque immerso nell’atmosfera di una chiesa slovena dell’Ottocento interamente affrescata con vivacità cromatica e freschezza narrativa. Nell’attività professionale di Elio Ciol è stata infatti particolarmente significativa la produzione di campagne di documentazione di opere d’arte (cominciando negli anni’60 dal patrimonio artistico friulano) che lo hanno portato a collaborare a un imponente numero di pubblicazioni nel settore della storia dell’arte. La seconda sezione della mostra è dedicata alla fotografia di paesaggio, per la quale Elio Ciol è molto famoso.

Della sua vasta produzione in questo campo è stata effettuata una selezione di fotografie di paesaggi friulani, che, oltre alla loro alta qualità estetica, testimoniano il profondo radicamento di Ciol nella realtà della sua terra, che è sempre capace di trasfigurare artisticamente in immagini proposte in termini di vere e proprie apparizioni, come quella di Gemona, intravista in campo lunghissimo, tra le serpeggianti anse del fiume Tagliamento in primo piano e la plastica forma del monte Chiampon innevato sullo sfondo.

Nel percorso della mostra, che via via diventa sempre più ipnotica e avvolgente, la terza sezione è interamente dedicata a Pier Paolo Pasolini nella fotografia di Elio Ciol: nel 1963 ad Assisi in occasione della presentazione del film “Il Vangelo secondo Matteo”; nel 1969 a Casarsa dove il regista si era recato in visita alle zie in compagnia di Maria Callas durante la lavorazione del film “Medea”; e nel 1975, in un’atmosfera carica di commozione, tra la folla di Casarsa nel corso del funerale di Pasolini.

Nella quarta e ultima sezione sono esposte le immagini realizzate da Elio Ciol nel 1962, quando venne chiamato come fotografo di scena durante le riprese del film “Gli ultimi”, diretto da Vito Pandolfi, su soggetto e sceneggiatura di David Maria Turoldo. A corredo della mostra gemonese un elegante catalogo a cura di Stefano Ciol, che ha avuto un ruolo importante nel progetto e nella realizzazione della mostra stessa.

“Elio Ciol. Sguardi nel tempo” sarà visitabile fino al 15 giugno, il venerdì pomeriggio (14.30-18), il sabato e la domenica (10-12.30; 14.30-18). 

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