Giacobazzi: recito per lasciare un bel ricordo ai nipoti

Il comico atteso al Verdi di Pordenone si racconta: «Vado in scena con la testa d’un trentenne e il cuore di un dodicenne»
Viene prima l’uomo o il comico? C’è da chiedersi chi interpreti chi, alla larga dalle doppie personalità.


La soluzione è presto detta per Giuseppe Giacobazzi. Una scelta elegante, con una basetta lunga e una corta.


Quale rappresenti l’uomo e quale il comico non è dato sapersi, ma forse l’ennesima apparizione friulana del fortunatissimo tour “Io ci Sarò” potrà finalmente svelarlo. L’appuntamento è per domani sera al PalaForum di Pordenone con inizio alle 21, per un evento organizzato da Zenit srl, in collaborazione il Comune di Pordenone, la Regione Friuli Venezia Giulia e l’Agenzia Promo Turismo Fvg (biglietti ancora disponibili sul circuito Ticketone e in cassa la sera dello spettacolo, info su www.azalea.it).


Lo spettacolo dei record. Qual è il segreto di questo successo?


«A saperlo ci scriverei un libro e lo diffonderei, rigorosamente a pagamento. Sinceramente non lo so, voglio sperare sia la bellezza del passaparola e la spensieratezza dello show. Poi io non so più come ringraziare le persone per il bene che mi vogliono: nonostante io non appaia in tivù, si fidano di me».


E la fila fuori dai camerini non manca mai alla fine, come una rockstar.


«Non riesco a scappare. È un valore aggiunto stringere a tutti la mano».


Che dire di questo “Io ci Sarò”?


«Sono partito dalla consapevolezza di essere un genitore anziano. E questo mi ha dato modo di chiedermi se riuscirò mai a vedere i miei nipoti».


Di qui l’idea di un testamento.


«Messa così non porta affatto bene! È una video testimonianza, registrando lo spettacolo tutte le sere, così che i miei nipoti potranno sapere cosa ha fatto il nonno, cosa si aspettava per loro e come si viveva in questi tempi».


E come valutare il materiale raccolto finora?


«C’è del buono e del meno buono, ma registreremo ancora e forse diventerà un cofanetto pronto a uscire quando non avrò più la forza di stare sul palco. Titolo del dvd? “I ricordi di Giacobazzi”».


Nello spettacolo si raccontano i rapporti con le future generazioni. Cosa dire allora sul tema delle fake news?


«Che siamo tutti un po’ boccaloni e ci facciamo prendere subito dalla notizia, senza verificare le fonti. E lo sbaglio più grande è condividere un’informazione falsa. Ecco allora quelle ondate di demenza senile precoce: abbiamo imparato a scollegare il cervello, accettando passivamente tutto ciò che internet ci offre, spesso una miniera di immondizia. Qui sì che servirebbe la raccolta differenziata».


Tra i tanti consigli, qual è il più importante che Giacobazzi lascerebbe ai suoi nipoti?
«Guardarsi allo specchio la sera e chiedersi se si è felici. E cercare di rimediare in caso di risposta negativa».


Cosa sperare invece per gli adulti seduti domani a teatro?
«È l’occasione per un esame di coscienza di ciò che hanno fatto, di quello che sono stati e di come hanno vissuto, spesso ce lo dimentichiamo. Bisognerebbe sempre avere l’occhio di un ventenne, la testa di un trentenne e il cuore di un dodicenne».


La chiusura è una nota di affetto per il pubblico friulano che sembra non averne mai abbastanza: una malattia?


«Se è una malattia è bellissima, spero sia contagiosa e non passi mai».


Speriamo la pensione sia lontana allora.


«Lo spero pure io, ho un mutuo da pagare!».


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