Gianluigi Colin torna a Pordenone con “Caos apparente”

L’art director del Corsera propone una riflessione sui mass media e sulla nostra identità

PORDENONE. Parco, galleria di arte moderna e contemporanea di Pordenone, ospiterà dal 14 settembre al 17 novembre una personale del grafico Gianluigi Colin che proporrà due nuovi e monumentali lavori realizzati ad hoc per questa esposizione intitolata “Caos apparente”, progetto che si presenta come «tuffo nella storia contemporanea» e, insieme, riflessione sul sistema della comunicazione e interrogazione sulla nostra identità.

Trentamila stampe fotografiche che avvolgono l’intero spazio superiore della galleria e circa 250 opere adagiate sul pavimento, come frammenti archeologici del nostro presente, rappresentano il corpus portante della mostra.

Caos apparente è una riflessione sulla percezione del tempo, sui sistemi della comunicazione, sul valore dello sguardo. Una mostra che è soprattutto testimonianza, strategia per dialogare con il caos della vita, per porsi in ascolto e comprendere le dissonanze del sistema dei media.

Così il pordenonese Gianluigi Colin racconta, con l’installazione che dà il titolo alla mostra, la «deflagrata bellezza dell’attualità» attraverso l’ossessivo incalzare delle immagini di cronaca impresse su migliaia di fogli appesi alle pareti come simboli dell’inarrestabile assedio dell’immagine, quasi a raccontare il “grande rumore” dell’informazione e la nostra assuefazione al mondo che ci circonda.

Da qui, l’artista (che è anche art director del Corriere della Sera) percorre una dimensione più riflessiva, in cui accompagna il visitatore (nel piano inferiore della galleria) in un luogo irreale dove regna, invece, il silenzio: l’installazione “Relics” presenta pagine compresse e lacerate di giornali (contenitori di schegge di esistenze) come relitti fluttuanti in un mare senza tempo.

Ma Caos apparente è anche un modo per partecipare in prima persona all’esperienza dell’interpretazione visiva del proprio tempo: uno specifico “divieto di NON fotografare” suggerirà ai visitatori di fissare con fotocamere e cellulari la propria individuale percezione delle opere e della loro “voce”, per poi condividerla sul sito web del Comune di Pordenone, diventando loro stessi protagonisti di un progetto artistico.

La riflessione di Colin sulle logiche implicite nella pervasiva, vorticosa comunicazione dell’oggi si struttura in questa occasione in due grandi installazioni documentate da un video realizzato in fase di allestimento e appositamente concepite dall’artista per un’esposizione che segna il suo ritorno nella propria città natale.

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