Giovanna Simonetti racconta “La prima notte di nozze”

GIOVANNA SIMONETTI. Nei nostri paesi era tradizione chiudere il pranzo di nozze verso le cinque del pomeriggio. Ero bambino, ma ricordo bene il nostro prete, don Rino Perlin, alzarsi dalla lunga...
Di Giovanna Simonetti

GIOVANNA SIMONETTI. Nei nostri paesi era tradizione chiudere il pranzo di nozze verso le cinque del pomeriggio. Ero bambino, ma ricordo bene il nostro prete, don Rino Perlin, alzarsi dalla lunga tavolata alle quattro e cinquanta. Impiegava gli ultimi dieci minuti per fare le ultime raccomandazioni agli sposi. In verità si alzava prima non solo per il ruolo che rivestiva ma anche, amante del buon vino, per ridarsi un tono e cercare di non barcollare. Guardava la sposa con aria sospettosa, guardava tutte le donne con aria sospettosa, convinto com'era che la giovane fosse già preda del demonio. Povere giovani spose che nulla o quasi nulla sapevano e si alzavano per recarsi a “riposare” convinte dalle “vecchie” che sarebbero cominciati i dolori. Anche lo sposo era frastornato un pò dal vino, dal caldo di Maggio, dai cibi pesanti e dal vestimento al quale non era abituato. Il tutto accompagnato da scherzi, risa, e da mille avvertimenti Fai cosí, fai colà, fai il maschio...

Cosí i due sposi, a me sembravano povere bestie portate al sacrificio, salivano le scale a testa china. Aprivano la porta della camera da notte con paura in attesa... Cosí era stato per mia nonna, così fu per mia madre e poi tutto cambiò. Noi Vi narriamo in questo libro storie che furono belle o brutte, ma tutte vere.

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