Gisella e quell’idealista irrequieto, scapigliato, geniale

Un ritratto inedito nelle parole della artista a fianco del leader negli anni delle battaglie civili

UDINE. «Perché nella vita non si deve essere come si è nella realtà? Pensare con le proprie idee, parlare con le proprie verità, esprimersi senza inutili bugie».

Attorno a questi interrogativi angosciosi ruota un libro molto personale, fra sentimento e passione, gioia e dolore, in cui viene ricostruita la vita di Loris Fortuna attraverso il racconto di Gisella Pagano, l’attrice e soubrette milanese che fu al suo fianco negli ultimi quindici anni.

Si intitola “Loris Fortuna intimo e politico” e lo pubblicò la casa editrice Ardini di Roma nel novembre del 1990, cinque anni dopo la morte del politico friulano. Il libro non ebbe ampia diffusione, adesso è introvabile, nessuna biblioteca in zona ce l’ha, ma a sorpresa spunta una domenica mattina sulla bancarella di un mercatino.

In assenza di biografie ufficiali e complete su Fortuna, rappresenta un tassello sulla sua esistenza perché pubblica molte foto e il diario scritto dal giovane Loris quando venne rinchiuso nel 1944 prima a Gorizia e poi deportato in Baviera per aver aderito al movimento partigiano. Una testimonianza particolare e suggestiva, anche sotto il profilo più storico.

Gisella Pagano divenne famosa in Italia a fine anni Sessanta per le apparizioni televisive accanto a un ballerino provetto come Don Lurio, ma soprattutto a Marcello Marchesi, singolare figura di intellettuale che nel dopoguerra si espresse con arguzia inventando un personaggio molto amato, ovvero il signore di mezza età.

Gisella conobbe Fortuna a Roma nel 1971 nel momento di maggiore impegno a difesa della legge sul divorzio e ricorda in particolare un comizio, in piazza Navona, davanti a cinquemila persone. Lí nacque una storia che è continuata fino all’ultimo, con slanci e sofferenza.

Il libro offre un documento intimo, un ritratto privato, nel quale l’attrice vuole esprimere riconoscenza a un passato, anche tormentato, ma che l’ha portata a vivere il presente e una nuova storia d’amore.

La prefazione venne scritta dal giornalista Ruggero Orlando, il popolare volto che raccontava agli italiani gli sbarchi degli astronauti sulla Luna e divenuto proverbiale con il suo saluto nel Tg serale: “Qui Nuova York, vi parla Ruggero Orlando”.

Presentando il libro-confessione della Pagano, Orlando disse: «Gisella, che ha scambiato con Loris felicità in quindici anni di vita comune e tempestosa, attrice delicata e popolare, ne è divenuta una specie di nemesi: l'ideatore e promotore della legge per il divorzio, non si è divorziato da sua moglie Luisa, che nel libro appare sullo sfondo, dignitosamente, dai begli occhi; Loris ha voluto la legalizzazione dell’aborto: Gisella ha avuto due aborti non procurati, anzi sofferti e sentiti come lutti; è stata vicino a Loris, sostenitore dell'eutanasia, dopo avergli nascosto che era condannato dal cancro. La sola rivale di Gisella è stata la politica: la politica assorbente e tormentosa di un idealista, un uomo irrequieto, geniale e scapigliato, insofferente degli egoismi e degli impacci, sempre coraggioso nella sua lotta».

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