“Grande Fratello” Sammo nel tempio dell’Udinese

Il maestro di arti marziali incontrerà sabato 30 aprile, allo stadio, i vertici della squadra

UDINE. Pallonari proprio no, ma - se possono - loro comprano. L’Oriente ha lo yuan e il baht facili e la squadra europea con immagine & debiti diventa preda. L’Inter, ecco. Mezza indonesiana lo è già, con la Cina pronta a rilevare quote.

Vi dice nulla Dalian Wanda? Una potenza gialla da quaranta miliardi di dollari l’anno. Il gruppo della Repubblica Popolare con un miliardino ha acquisito da poco la svizzera Infront Sport, che gestisce la vendita dei diritti televisivi delle più importanti partite di calcio giocate in tutto il mondo. Be’, ’sta roba col Far East ci quaglia qualcosa?

Legittimo sussulto. Calcio e cinema s’abbracciano raramente, eppure a volte capita e persino lontano dai set. Diciamo un’occasione per distinguere i calci a una sfera di cuoio da quelli per tritare mandibole.

Maestro Sammo Hung, rincorso e acchiappato dal Feff dopo anni di inseguimenti, è l’uomo del sabato sera (gli sarà consegnato Il Gelso d’oro sul palco del Giovanni da Udine), lui leggenda vivente delle arti marziali, amico e compagno di battaglie di Bruce Lee, Jackie Chan, Jet Li a Andy Lau.

Grande Fratello Sammo, lo chiamano così, ma con quelle baracconate televisive dei nullafacenti non c’entra affatto, farà un salto nel tempio dell’Udinese calcio - precisamente alle 16.30 nell’Auditorium Club House della Dacia Arena, location usuale della cultura pre-partita - per strette di mano innocue, nessuna mossa, nessun Zen Ciuan (pugno dritto), né Ze Tan Tui (calcio laterale che rimbalza), soltanto un fraternizzare fra sport in antitesi. Alle 18 il fischio di Udinese-Torino.

Who is Sammo? Il no fan del Kung Fu film ha la giustificazione: non sa chi è, in poche parole. A Hong Kong è un totem, un’icona. L’altro soprannome è «factotum degli acrobati» e dice tutto. Hung è uno dei pochi semidei del genere.

Con Lau Kar-leung e Yuen Woo-ping è, senza meno, il babbo del cinema di lotta dell’ex colonia britannica. Sammo si porterà nel borsone The bodyguard, film ancora caldo, essendo uscito da pochissimo in patria. Lui non è poi così anziano, è un omone del ’52 con ancora agilità da trentenne, sebbene in questa finzione martial arts drama interpreti una vecchia guardia del corpo ritirata a inoffensiva vita in una regione cinese a un passo dalla Russia, aggredito dall’Alzheimer, perlopiù.

Il vero nonno di Hung costruiva set cinematografici e ciò giustifica l’habitat futuro del bimbo Hong Jinbao, questa è la corretta pronuncia pinyin. «Anche il nonno paterno - ricorda - era un produttore piuttosto celebre e proprietario di un teatro di posa a Kowloon, ma perse tutto alle corse dei cavalli».

È il modo peggiore di disperdere fortune, per quelli che restano, intendiamo. Se la tua famiglia è spazzata dalla guerra, va be’, la storia è spesso impietosa e ci si rassegna. Altrimenti no, col cavolo che ci si rassegna. Comunque, oltre ai geni c’è che il baby Sammo è uno manesco.

«Ero un discreto piantagrane - ammette in un’intervista - e attaccavo briga per strada». Non gli è stato difficile inventarsi un mestiere.

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