Grande guerra da tutti i fronti: una mostra con le foto delle nazioni coinvolte

Lo sguardo multilaterale della rassegna promossa da Ana e Messaggero Veneto. L’esposizione a Spilimbergo: sabato 3 novembre, alle 18, l’inaugurazione a palazzo Tadea

SPILIMBERGO. L’entrata in guerra del reggimento romeno al suono del violino. La piantina di Palmanova, adibita a casermaggio e deposito munizioni, con l’elenco dei bombardamenti, delle vittime e dei luoghi. La ritirata della Russia. Le vicende di Riccardo Giusto e Sepp Innerhofer e quelle belliche tra le trincee di alta montagna.

Fotografie, riproduzioni, documenti: ben 280 quelli che propone la mostra “Guerra delle Nazioni, 1914-1918” promossa dal gruppo Ana Zatti di Spilimbergo col patrocinio del Comune, della Regione, del Messaggero Veneto e dell’Associazione nazionale alpini.

VERSO LA VITTORIA - 4 NOVEMBRE 1918

«Furono molte le nazioni coinvolte nella Grande guerra – premette il curatore Rino Pastorutti –. Un elenco enorme, il mondo intero. Noi siamo abituati a raccontare e studiare la guerra vista da noi: vorremmo, invece, dare una visione multilaterale, attraverso le persone».

La mostra, dunque, mette in evidenza «la persona, non la grande vittoria, le battaglie, la “Caporetto” che tutti hanno avuto. La persona significa anche i 9 milioni di vittime, la povera gente, i regnanti, i grandi generali, i capi di stato».

L’idea della mostra – in occasione del centenario della conclusione del primo conflitto mondiale – nasce dal libro “La nostra grande guerra” di Sergio Gervasutti, che funge da ideale filo conduttore.

Sono state allestite quattro sezioni, la prima introduttiva: l’assassinio di Sarajevo, i regnanti che iniziarono il conflitto, l’entrata in guerra delle varie nazioni, sulla traccia di “La guerra vista dalle due parti”, Treves editori, 1920.

La seconda stanza racconta i servizi: le cucine, le ambulanze, i prigionieri, gli animali, la gente, le manifestazioni religiose. Tra le foto, quella della partenza delle truppe e la messa al campo a Spilimbergo. Terza stanza dedicata a Caporetto e dopo: l’entrata in guerra dell’America e il ritiro della Russia.

La quarta, infine, è dedicata ad Achille Beltrame, 25 tavole della Domenica del corriere con una originale. «Intendiamo raccontare ai giovani e agli studenti – dicono il capogruppo Marco Nardo con gli alpini spilimberghesi e il curatore – i sacrifici dei nostri nonni, che servirono a poco, visto che 22 anni dopo ci fu un’altra guerra. Si tratta di una mostra documentale-storica, senza i “consueti” reperti e senza armi, vista dalle singole nazioni e quindi oltre l’ottica italiana».

Tra le curiosità, la sezione sugli animali in guerra: muli, asini, cavalli, cani. «Ma anche le api, utilizzate dai francesi: se sciamavano si era in presenza di un gas inodore. I canarini, invece, abbassavano le ali e non cantavano più».

E ancora, le poste, la censura, lo stile di coloro che speravano che la corrispondenza arrivasse a destinazione senza mediazioni. Un esempio: il telegramma originale di una donna che chiede al comandante di compagnia notizie sul marito al fronte.

Sabato 3 novembre, alle 18, taglio del nastro a palazzo Tadea (castello di Spilimbergo) poi mostra aperta sino al 25 novembre: da mercoledì a domenica dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 19. Su prenotazione saranno visite guidate. Per informazioni, ufficio cultura del Comune, telefono 0427591115.


 

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