Hiroshima, il fungo brucia ancora

Il 6 agosto 1945 gli Usa sganciarono “Little Boy”, il primo ordigno all’uranio che annientò la città giapponese
20070806 - CLJ - HIROSHIMA - HIROSHIMA: 62/O ANNIVERSARIO, SINDACO CONTRO ARMI NUCLEARI - In una foto d'archivio scattata dall'esercito statunitense, l'esplosione della bomba atomica sulla citta' di Hiroshima in Giappone il 06 Agosto 1945, per cui persero la vita piu' di 140mila persone. Il Giappone ha ricordato oggi il 62/o anniversario dell'esplosione della bomba atomica ad Hiroshima, con una cerimonia ufficiale, durante la quale il sindaco di Hiroshima ha criticato gli Stati Uniti per non voler rinunciare al loro programma nucleare di difesa. ARCHIVIO/ ANSA / KUM
20070806 - CLJ - HIROSHIMA - HIROSHIMA: 62/O ANNIVERSARIO, SINDACO CONTRO ARMI NUCLEARI - In una foto d'archivio scattata dall'esercito statunitense, l'esplosione della bomba atomica sulla citta' di Hiroshima in Giappone il 06 Agosto 1945, per cui persero la vita piu' di 140mila persone. Il Giappone ha ricordato oggi il 62/o anniversario dell'esplosione della bomba atomica ad Hiroshima, con una cerimonia ufficiale, durante la quale il sindaco di Hiroshima ha criticato gli Stati Uniti per non voler rinunciare al loro programma nucleare di difesa. ARCHIVIO/ ANSA / KUM

NEW YORK. Chi potrebbe mai dimenticarsi l’immagine di quel triciclo incenerito dalla bomba atomica che gli americani sganciarono su Hiroshima esattamente settant’anni fa? Apparteneva a Shinichi Tetsutani. Aveva solamente tre anni e fu ucciso il 6 agosto 1945 quando da un bombardiere argentato fu gettata la prima arma atomica.

Da sette decenni quel triciclo è al Peace Memorial Museum di Hiroshima a testimonianza dell’orrore che provocò la bomba, soprannominata “Little Boy”, con il suo carico di uranio radioattivo e potenza devastante. Anche l’aereo usato per portarla sull’obiettivo aveva un soprannome. Il nome tecnico era B-29-45 MO Superfortress, ma il mondo lo conobbe come “Enola Gay”. Fu il colonnello Paul Tibbets a battezzare il bombardiere del quale era ai comandi. Si chiamava così sua madre.

Il dramma di quel giorno è catturato nelle parole che il capitano Robert Lewis scribacchiò in un diario mentre l’Enola Gay stava tornando alla sua base su un’isola del Pacifico. «Quanti giapp saremo mai riusciti a uccidere», si domandò Lewis. «Ho la sensazione di trovarmi senza parole nel tentativo di spiegare questo. Dio Mio, che cosa mai abbiamo fatto?».

Pur comprendendo l’orrore provocato da quel fungo atomico Lewis rimase pragmatico. Lui come Tibbets erano sicuri che i giapponesi si sarebbero immediatamente arresi. Non fu così. Passarono altri ventisette giorni prima della resa, nonostante la seconda atomica sganciata su Nagasaki tre giorni dopo Hiroshima, il 9 agosto.

Eppure milioni di americani sono ancora convinti che distruggere Hiroshima fu la decisione giusta. Da un recente sondaggio emerge che il 56 per cento ritiene che fosse un’azione giustificata a seguito dell’invasione della Cina da parte dei giapponesi. Chi settant’anni dopo appoggia ancora il devastante ruolo di Enola Gay sostiene che senza la bomba atomica centinaia di migliaia di soldati americani sarebbero morti nell’invasione del Giappone.

Un episodio storico dunque ancora controverso, come già avvenne quando fu ricordato il cinquantenario con i veterani della Seconda Guerra Mondiale in aperto contrasto con una generazione più giovane di americani per i quali i giapponesi furono vittime, non provocatori. Durante le commemorazioni di vent’anni fa fu allestita a Washington una mostra allo Smithsonian National Air and Space Museum, dove Enola Gay da anni era esposto.

Accanto al bombardiere una semplice targhetta che in 150 parole spiegava cosa fosse, senza tuttavia rivelare il numero di vittime che provocò, 80mila persone. La mostra dovette essere ripensata cinque volte per trovare il giusto equilibrio fra sostenitori e detrattori di Enola Gay. Quando aprì, il titolo della mostra fu ricalibrato per riflettere la complessa visione del mondo nei confronti di Hiroshima: “L’incrocio: fine della Seconda Guerra Mondiale, bomba atomica e Guerra Fredda”.

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