L’idea di Lorenza Stroppa: una cassetta delle lettere per scrivere ai cari estinti
Esce per Mondadori Il romanzo della editor pordenonese. Galiano: una storia che trasforma il dolore in poesia

Un uomo, una donna, un ragazzo. Le loro vite diverse sono tutte segnate dal senso di colpa e dalla ricerca, più o meno consapevole, di un riscatto, di un motivo per andare avanti. Arriverà? Si può tornare a vivere davvero dopo un lutto?
Per scoprirlo bisogna seguire quelle vite che si intrecciano, si avvicinano e si allontanano e che hanno un punto di incontro: La cassetta delle lettere per i cari estinti, un’idea della scrittrice e editor pordenonese Lorenza Stroppa, che dà il titolo al nuovo romanzo, in uscita martedì 11 marzo per Mondadori.
La voce poetica di Stroppa, la sua capacità di dare profondità ai personaggi - già dimostrata nei precedenti romanzi - “Cosa mi dice il mare” e “Da qualche parte starò fermo ad aspettare” - ne “La cassetta delle lettere per i cari estinti” si prende tutta la scena e cattura il lettore. Parla al cuore e all’esperienza personale, che ciascuno affronta con la morte delle persone che ama. Eros e Tanatos, amore e morte, viaggiano in coppia, ma con naturalezza, senza forzature, in un dialogo intimo con il lettore, che si scopre interrogato e allo stesso tempo compreso. È la forza della finzione del romanzo: parla di noi, parlando di altri. È la forza della scrittura di Stroppa, delicata e accogliente, come un abbraccio.
Anche la scenografia serve a creare più intimità con chi sta al di là delle pagine. Nessun paesaggio o luogo romantico per i protagonisti di questa storia, ma un quartiere di Pordenone, Torre, qualche chilometro quadrato di superficie segnato da parchi suggestivi e da tracce del passato. Un microcosmo vero, in cui la vita di un professore solitario e un po’ d’altri tempi come il suo nome, Arturo, si snoda nell’ambivalenza tra l’apparente immobilismo dell’uomo e il suo animo sognatore, che lo porta a dare vita nuova ai vecchi oggetti rotti.
Arturo è l’inventore della cassetta per le lettere che le persone possono scrivere ai loro cari scomparsi e ne è anche il custode, anche se solo il parroco della chiesa, che accoglie la strana stazione e di posta, lo sa.
Il professore vive da sempre nello stesso quartiere, ma disegna mondi con la sua creatività. Lo fa anche insegnando arte alla scuola media, lo fa senza mai allontanarsi dai luoghi della sua esistenza, finché è la vita - dalla quale si è un po’ nascosto - che lo trova, lo afferra, lo stana. Come fa con gli oggetti rotti e da buttare, così il professore cerca di fare con i suoi ragazzi, adolescenti fragili e preziosi, qualcuno con crepe invisibili ai più.
È una storia che si gioca sulle relazioni e sui sentimenti quella di Stroppa, sul passato e sulla necessità di guardare al futuro sempre, anche di fronte alla morte, quella che l’autrice racconta con parole calde e con quella vena di ironia e mistero che i suoi lettori hanno imparato a riconoscere come cifra stilistica. Il filo rosso tra i protagonisti e gli eventi sono le lettere scritte per chi non c’è più.
Le storie di Don Mario, Mariana, Ermes, Napoleone, Clara, Gabriele e altri attraversano quella di Arturo e dei lettori e aiutano il protagonista a uscire dalla sua bolla, a farsi carne, a diventare l’amico alla cui porta si vorrebbe poter bussare per far aggiustate un vecchio ricordo o anche solo una brutta giornata. Per ricominciare ogni volta.
Come scrive Enrico Galiano, nella fascetta di copertina, quello di Stroppa è “Un libro che è una carezza per chi resta e un ponte verso chi manca. Una storia che trasforma il dolore in poesia”.
Lorenza Stroppa è già pronta per la presentazione del libro. Appuntamento il 15 marzo alle 17.30 alla libreria Mondadori di Castelfranco Veneto.
Sarà poi la volta di Milano, il 18 marzo, Vicenza il 21, Mestre il 22. Il 25 marzo sarà a Trieste (alle 18 alla Minerva) e il 27 a Treviso (libreria San Leonardo alle 18.30). Il 28 marzo Stroppa sarà a Pordenone, con la scrittrice Antonella Sbuelz. Appuntamento alle 20.45 all’ex convento di San Francesco, nell’ambito di Dedica Festival.
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