Il lato primordiale di Lilin: ecco i suoi tatuaggi siberiani

Lo scrittore russo nazionalizzato italiano protagonista il 31 ottobre a Susans «Accosto i significati simbolici della mia tradizione all’estetica occidentale»

SUSANS Nicolai Lilin, lo scrittore russo divenuto cittadino italiano, che dopo l'esordio con il romanzo Educazione siberiana, da cui è stato tratto il film diretto da Salvatores, ha appena presentato a Pordenonelegge il suo nuovo libro Il serpente di Dio, sarà protagonista alla rassegna Maravee Corpus, che s'inaugurerà al Castello di Susans il 31 ottobre. Con una mostra personale dedicata all'essenza del suo pensiero, alla primordialità che lo abita e allo stretto legame con una tradizione antichissima. Quella del tatuaggio siberiano, che affiora in modo incisivo nei suoi libri e nella sua pratica di artista visivo, come disegnatore e tatuatore.

I linguaggi creativi che in nome della poetica, ossia di un forte credo autoriale, sconfinano in diverse discipline, rappresentano l'anima della rassegna Maravee, dove l'arte visiva dialoga con il teatro, la danza, il design, lo stilismo di moda... Un'anima che in ogni edizione viene raccolta nella straordinaria poliedricità di un autore e che successivamente alla videoinstallazione del regista e artista catalano Bigas Luna per Maravee Eros, quest'anno presenterà l'universo creativo di Nicolai Lilin con la mostra intitolata Scritto sulla pelle.

Dopo settimane di accordi e operatività è stato messo a punto il progetto d'allestimento, ideato dalla scenografa Belinda De Vito e approvato da Lilin, per l'esposizione che trasfigurerà il piano terra del castello mettendo in scena il capitolo più misterioso di Educazione siberiana, quel mondo del tatuaggio che Nicolai ha puntualizzato in Storie sulla pelle del 2012, dove narra di Kolima che si avventura nel mestiere di tatuatore recuperandone la dimensione etica e la vera tradizione. Kolima scorre come un filo rosso nella produzione di Lilin. Kolima che non solo è anche uno dei due giovani protagonisti di Educazione siberiana, bensì il nome del progetto culturale - Kolima Contemporary Culture - fondato nel 2011 a Milano per attivare il dialogo tra arte, musica, letteratura e tattoo art.

Maravee analizza e accoglie espressioni creative che si sviluppano a latere dell'arte visiva, ma sempre depurandole dalle mere tendenze modaiole per ricercarne la vera essenza. Non poteva che esserci Nicolai Lilin, sul fronte del tatuaggio, che nella contemporaneità si perde nel mero codice estetico e che lui, invece, indaga nella componente filosofica, recupera ritornando alle origini, alla ritualità e profondità simbolica che ne hanno caratterizzato la storia millenaria. In particolar modo proprio a riguardo del tattoo siberiano, che ha radici culturali antichissime, come testimoniato dalla mummia della principessa d'Altaj, sepolta più di 2500 anni fa e rinvenuta con ancora magnifici tatuaggi.

E a Maniago Nicolai sfodera il coltello

"Cerco di mettere insieme i significati simbolici della tradizione siberiana con l'equilibrio dell'immagine proveniente dalla moderna estetica occidentale - ci dice Lilin. C'è bisogno di ritornare ai contenuti, alla comunicazione del simbolo, che il tatuaggio segna sulla pelle in un periodo di tempo lungo quanto la vita di un uomo. Una vita che il tatuato mi racconta e confessa come fossi un prete o uno psicologo e che poi io incido sulla sua pelle cercando i simboli più adatti a quel racconto. Simboli tratti dalla tradizione che mi porto dentro, che solo i tatuatori riconoscono e che il tatuato porta su di sé pur non sapendoli leggere….perché i simboli non vanno spiegati".

Considerando la pelle come una membrana somatica pronta a trasformarsi in velo o in veste attraverso un processo rituale che affonda nello svelamento dell'identità e nella costruzione dell'individuo sociale, la mostra metterà in scena la ricerca segnica che il tatuaggio incide sul corpo per poi contaminare con i medesimi segni altre superfici, dai tessuti agli oggetti, attraverso i quali il corpo si estende e si riconosce.

 

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