Il mito della birra Moretti nel libro di Luigi Menazzi

GRADO. Il mito della birra Moretti rivive nel libro di Luigi Menazzi Moretti.
L’ultimo discendente della storica famiglia racconta i centotrent’anni del Baffone.
Oggi, alle 18, a Villa Bernt, a Grado, nell’ambito della rassegna culturale “Libri e Autori a Grado”, curata da Paolo Scandaletti e Giuliana Variola, sarà presentato il libro La birra Moretti da Udine al mondo – 130 anni di una dinastia imprenditoriale, pubblicato dall’editore Gaspari. Dialogherà con l’autore il giornalista del Messaggero Veneto, Paolo Mosanghini.
La birra Moretti, dal 1859 al 1990, ha avuto un ruolo importante per il Friuli. Ceduta, nell’89, alla canadese Labatt, è rimasto in circolazione il famoso marchio del Baffone.
«Questo libro – spiega l’autore - racconta la storia di un’azienda e della famiglia che l’ha posseduta per centotrent’anni. Sono stato l’ultimo ad occuparmene, l’ho portata avanti negli ultimi trent’anni. In seguito l’azienda è finita nelle mani di una multinazionale, che l’ha saputa valorizzare ulteriormente, in particolare il marchio. Per quanto mi riguarda, in questo volume ho potuto chiarire molti aspetti che non erano ancora noti, anche da parte di alcuni componenti della nostra famiglia. Il libro è dedicato a due donne che hanno rappresentato molto per me: la moglie del fondatore, Anna Muratti, che si è trovata vedova e con tre figli da crescere e che, nonostante questo, ha condotto l’azienda per una ventina d’anni (nella seconda metà dell’800), e mia madre Luisa, che, all’età di soli 3 anni, ha ereditato tutto il patrimonio di famiglia. Questa presentazione, non a caso, viene fatta a Grado perché i Moretti hanno sempre frequentato molto l’isola d’oro, cui siamo affezionati. Proprio a Grado fu costruito lo storico locale Sans Souci».
Il libro è stato pensato con la formula dell’intervista, realizzata dal giornalista Mario Blasoni, che ha scritto per trent’anni sul Messaggero Veneto.
Menazzi Moretti ha fatto ricorso ai documenti conservati negli archivi di famiglia, fra cui moltissime fotografie, ai racconti del padre Lao (l’ideatore del Baffone) e della madre Luisa.
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