Il noir incompiuto di Charles Dickens: misteri e intrighi nella provincia inglese

La friulana Marisa Sestito ha curato la pubblicazione. Il romanzo sarà presentato venerdì 5 a Malborghetto

Margherita Reguitti
Lo scrittore Charles Dickens, in libreria un suo noir incompiuto. A destra la copertina del volume
Lo scrittore Charles Dickens, in libreria un suo noir incompiuto. A destra la copertina del volume

UDINE. Il noir incompiuto di Charles Dickens, Il mistero di Edwin Drood” è l’intrigante sfida della friulana Marisa Sestito che ne ha curato la recente uscita in libreria (Marsilio, 351 pagine, 21 euro). Un romanzo postumo che stupisce, disorienta e sfida sorprendendo, intrecciando misteri, passioni, rimandi al passato e proiezioni di stili di vita a culture del lontano Oriente. Un viaggio nell’oscuro dell’animo dell’uomo.

Uscito in Italia per la prima volta nel 1983, è un testo che ha affascinato nella sua complessa costruzione di misteri vari scrittori e anglisti che si sono cimentati nello scriverne fantastiche conclusioni, o più garbatamente proporle, seguendo gli indizi, le tracce, i suggerimenti dei quali sono disseminate le pagine vergate dallo scrittore, giornalista, reporter e lettore teatrale britannico.

Nella appassionata, dettagliata, arguta ed essenziale postfazione la curatrice, esperta del fondatore del genere romanzo sociale, fa emergere e svela i segni, la tracce nascoste e mimetizzate che possono significativamente condurre a un’ipotizzabile, ma non verificabile, conclusione del mistero, perno della trama: la comparsa del personaggio principale, il giovane Edwin Drood.

Costui è giunto Cloisterham, cittadina arcaica della campagna inglese, per incontrare lo zio John Jasper, musicista e oppiomane, e la fidanzata, Rosa Bud, non un amore ma una sposa per contratto, scelta dal padre. Sulla scena una mappa di personaggi, ognuno con un ruolo ora palese ora allegorico. Generazioni diverse di uomini e donne che nel loro passato hanno vissuto in paesi orientali conoscendo riti e religioni diversi.

Ma anche personaggi che sono alter ego dello scrittore, individuabili per le comuni iniziali dei nomi o in quanto “nomi parlanti” dai simbolici significati.

In questo ultimo lavoro, scritto all’indomani di fondamentali cambiamenti nella vita privata e professionale dello scrittore, l’abbandono della moglie per amore di un’attrice molto più giovane, e la scelta di dedicarsi in teatro all’interpretazione sul palco di riduzioni di suoi importanti romanzi, Dickens viene meno ad alcuni capisaldi dell’importante produzione precedente. Il luogo dove si svolge la vicenda non è più la riconoscibile Londra dei quartieri poveri e degradati protagonista di “Oliver Twist”, ma Cloisterham una cittadina di provincia assai simile a Rochester dove egli possedeva una casa di campagna. Se nei lavori precedenti i piccoli diseredati dei bassifondi londinesi erano i protagonisti, in questo romanzo sono quasi del tutto scomparsi.

Conserva però uno spunto di racconto presente in “Casa desolata” del 1853: una narrazione asimmetrica nella quale il passato si lega a eventi positivi che ne lascino presagire un finale felice.

I rapporti fra i personaggi, seppure con rilievo diverso, sono improntati a conflittualità e antagonismi generazionali e culturali, in alcuni casi veri e propri scontri dai quali emergono i lati oscuri dell’essere umano, destinati a restare zone buie dell’anima. Il Natale, presente come snodo narrativo essenziale nella vicenda, è il tempo tetro del mistero e del possibile delitto, perdendo dunque il significato di sintesi e coralità di propositi di opere precedenti importanti.

Un romanzo di mistero e intrigo, fuori dai canoni di Dickens che per Marisa Sestito è già dal primo capitolo postmoderno per i tanti interrogativi che pone. Ne parlerà venerdì 5 maggio alle 18 a Palazzo Veneziano di Malborghetto nell’ambito dalla rassegna “Aspettando… la notte dei lettori” la curatrice con Lara Magri, Sergio Faleschini, con interventi musicali di Alberto Busettini e Christian Miola. —

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