Il nuovo romanzo rosa di Giulia Dal Mas: tra emozioni, storia e un pizzico di mistero

Settimo libro per la scrittrice pordenonese di storie intime: «Esploro temi universali, dai legami familiari alla giustizia»

Cristina Savi

Il suo ultimo libro, La donna che dipingeva il vento, pubblicato da Tre60 editore, mescola emozioni, storia e un pizzico di mistero, trasportando i lettori in un viaggio fra passato e presente, dal Trentino alla Svezia, con una narrazione scorrevole e coinvolgente e temi che offrono spunti di riflessione sulla vita, sulle radici e sui sentimenti.

È il settimo, per Giulia Dal Mas, scrittrice friulana (è nata a Pordenone, vive a Maniago) che, forte di 50 mila copie vendute (dal 2018, fra edizioni e-book e cartacee, due anche con Rizzoli) è oggi una voce più che consolidata nel panorama letterario contemporaneo.

La protagonista del romanzo, Eva, è una giovane ortopedica svedese che, dopo la morte del nonno che l’ha cresciuta, ritrova un dipinto enigmatico realizzato dalla bisnonna Lena, una pittrice di grande talento.

Il quadro porta con sé un indizio: una data e un luogo che spingono Eva a partire per la Val di Fiemme, dove le sue radici si intrecciano con i grandi eventi della Storia, a partire dalla primavera del 1914, alle soglie della Prima Guerra Mondiale Dal Mas racconta un amore antico, una famiglia spezzata dal conflitto, e due donne straordinarie legate dal destino, che trovano il coraggio di rimettere in discussione la propria vita. La doppia narrazione tra passato e presente – che è la cifra di tutti i suoi romanzi – crea un intreccio nel quale le emozioni si mescolano ai paesaggi mozzafiato delle Dolomiti e ai segreti di un tempo lontano.

Da dove nasce l’ispirazione per “La donna che dipingeva il vento” e in generale per le sue storie?

«Le idee per le mie storie nascono soprattutto dai luoghi che visito, e che mi trasmettono sensazioni particolari. Per questo romanzo, la figura di Lena è stata modellata su una persona realmente esistita, ma poi ho mescolato tutto con la mia immaginazione. E c’è sempre qualcosa di me nei miei personaggi, anche se poi la storia evolve da sola. La Val di Fiemme è un posto che mi ha ispirato profondamente».

Il suo stile è stato definito “rosa” , ma lei riesce a dare molta profondità ai sentimenti e ai legami familiari e forse questa definizione le va un po’stretta…

«Non mi dispiace essere definita autrice “rosa” , anche se può sembrare limitante. In realtà, i miei libri esplorano temi universali: i legami familiari, i sentimenti, il senso di giustizia, e l’importanza della bellezza nella vita, intesa nel senso più ampio. Credo che siano questi elementi a colpire le lettrici, che spesso mi scrivono raccontandomi le loro vicende personali, anche intime, confidandomi che nei miei libri ritrovano le loro esperienze. È un rapporto molto intenso, che mi commuove».

Un lavoro nell’azienda familiare, tre figli, di cui due ormai universitari, due cani…come concilia la scrittura con la sua vita familiare e professionale?

«Non è sempre facile, ma è questione di organizzazione. Al mattino lavoro nell’azienda di packaging di mio marito, mentre il pomeriggio è dedicato alla scrittura. Se devo accompagnare la piccola (che ha nove anni) da qualche parte porto sempre con me il computer e sfrutto ogni momento libero per scrivere; è una vita piena, ma non rinuncerei a nulla».

Quali sono gli autori che l’hanno influenzata di più?

«Ogni libro che ho letto mi ha lasciato qualcosa, anche se non c’è un autore in particolare che ha definito il mio stile. Amo molto Charles Dickens, ma ovviamente è un maestro inarrivabile. Leggo di tutto fin da piccola, e il genere che scrivo è quello che amo leggere».

Dopo il successo di “La donna che dipingeva il vento” , sta già lavorando a un nuovo romanzo?

«Sì, ho appena consegnato un nuovo libro che uscirà nell’estate 2025. Non è un seguito diretto di questo romanzo, ma ritroverete alcune atmosfere simili. Non posso svelare troppo, ma sono sicura che i lettori apprezzeranno anche questa nuova storia». —

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