Il Parlamento indagherà sul delitto Pasolini

La parlamentare Sel del Friuli Vg, Serena Pellegrino, annuncia la richiesta in aula che sarà ufficializzata oggi a Roma

UDINE. «Vogliamo la verità su Pier Paolo Pasolini». Potrebbe essere una commissione parlamentare di inchiesta a fare luce sulle circostanze controverse che portarono alla morte del poeta. Dopo quarant’anni resta, infatti, ancora irrisolto l’omicidio. Anche l’ultima indagine della Procura di Roma è stata archiviata la settimana scorsa dal Gip. Ma ad aprire nuovi possibili scenari potrebbe essere la proposta di legge che questa mattina sarà presentata a Montecitorio.

Prima firmataria la deputata friulana di Sel, Serena Pellegrino, che prenderà parte alla conferenza stampa insieme all’avvocato Stefano Maccioni, difensore del cugino dello scrittore, e la criminologa Imma Giuliani.

«Il nostro obiettivo - dice l’esponente di Sinistra Ecologia Libertà - è capire quanto sia successo quella tragica notte del novembre 1975 all’Idroscalo di Ostia e siamo pronti a utilizzare qualsiasi strumento in nostro possesso, come può essere la commissione parlamentare d’inchiesta, per fare luce su uno dei piú grandi misteri italiani irrisolti».

A mettere la firma, finora, sulla proposta di legge è stata una quarantina di deputati tra cui l’intero gruppo parlamentare di Sel. «Mi auguro - sottolinea Pellegrino - che altri deputati si rendano conto della portata della vicenda e che ci sia un ampio consenso dopo la presentazione della proposta». A chiedere una commissione d’inchiesta era stato già l’allora segretario del Pci, Enrico Berlinguer.

Ma l’idea naufragò. Ora ci riprova Serena Pellegrino «perché vogliamo dare una risposta immediata e sostanziale». «Il nostro intento - continua - è quello di sollevare l’opinione pubblica. Siamo indignati che, a quarant’anni dalla morte di Pasolini, il processo si sia concluso con un nulla di fatto».

Il caso era stato riaperto dopo che sui vestiti del poeta erano state ritrovate macchie di sangue con tracce di Dna appartenenti ad altre persone e non a Pino Pelosi, riconosciuto finora come l’unico esecutore della morte di Pasolini. Ma a mettere quella che a oggi sembra essere la parola fine sull’intera vicenda, è stato, giorni fa, il giudice per le indagini preliminari, che ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura, dopo un’indagine durata anni e dopo che una decina di persone sono state sentite.

«Non ci fermiamo qui - dice Serena Pellegrino - Come esiste una commissione d’inchiesta su Aldo Moro, vogliamo che ne venga istituita una anche su Pasolini. Pasolini deve avere la stessa dignità di Moro». «Ci sono finora - conclude - due filoni di sentimento. Chi non si dà pace per quanto è successo e chi, invece, si accontenta che il regista e scrittore sia stato riabilitato per le sue opere.

Noi vogliamo riabilitarlo a 360 gradi. Per troppo tempo c’è stato silenzio, anche a livello politico, intorno a questa vicenda. Rispettiamo la sentenza ma l’archiviazione è stata come avere ucciso per la seconda volta Pasolini».

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