Il ragazzo e l’airone: così Miyazaki affronta vita, morte e destino

L’ultimo capolavoro del maestro dell’animazione giapponese. Un viaggio sospeso tra incubi felliniani e riverberi danteschi

Gianmatteo Pellizzari
Una scena del film di Miyazaki "Il ragazzo e l’airone"
Una scena del film di Miyazaki "Il ragazzo e l’airone"

«Salta i pericoli / vola tra gli alberi / corri insieme a noi / oltre gli ostacoli / per tutti gli uomini liberi / contro i nemici non perderti / non fermarti mai…».

Nel 1981 eravamo bambini e i bambini, nel 1981, si nutrivano di cartoni animati giapponesi. Da “Goldrake” a “Lupin III”, da “Capitan Harlock” a “Daitarn 3”. Non sapevamo ancora chi fosse Hayao Miyazaki, no, ma sapevamo già quanto splendesse: “Conan” ci aveva rubato il cuore nell’arco di una puntata. E le altre 25 (poche, troppo poche!) ci avevano trascinati dentro un’avventura senza precedenti. Buffa, tenera, mozzafiato. Non sapevamo ancora chi fosse Hayao Miyazaki, no, e certo non sapevamo che la sua grandezza ci avrebbe tenuto compagnia fino al 2024.

Meticoloso artigiano di meraviglie, prima per la tivù (appunto) e poi per il cinema, l’imperatore dello Studio Ghibli torna oggi con Il ragazzo e l’airone: un assoluto capolavoro visivo e narrativo, appena premiato ai Golden Globes, dove il simbolismo nipponico, l’autobiografismo e il citazionismo più raffinato sovrastano il linguaggio universale delle favole. I temi sono davvero alti (vita, morte, libero arbitrio, destino), lo svolgimento richiede notevoli soglie di attenzione: Miyazaki non punta sull’immediatezza, al netto di uno stile inconfondibile o dell’inconfondibile segno sonoro di Joe Hisaishi, e il viaggio iniziatico-metafisico del protagonista, il piccolo Mahito, va pazientemente decifrato. Un viaggio sospeso tra luce e buio, tra cielo e terra, tra incubi felliniani e riverberi danteschi.

Dopo “Si alza il vento”, uscito nel 2013 e creduto a lungo il testamento spirituale di Miyazaki, Il ragazzo e l’airone non rappresenta solo un gigantesco regalo per il fandom: rappresenta, anche e soprattutto, un memorabile inno al potere dell’arte e dell’immaginazione.

Il ragazzo e l’airone, regia di Hayao Miyazaki (Giappone, 2023).

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