Il volo di Crali a Gorizia tra dipinti, bozzetti di moda e cartelloni pubblicitari

La rassegna dall’11 aprile al museo di Santa Chiara. Il ricordo del maestro del Futurismo morto nel Duemila

Alex Pessotto
Un autoritratto di Tullio Crali presente nella mostra a Gorizia
Un autoritratto di Tullio Crali presente nella mostra a Gorizia

GORIZIA. «Soltanto nel 1994 al Mart di Rovereto era stata allestita una mostra su Tullio Crali della stessa importanza di quella che sarà inaugurata giovedì 11 aprile, al museo di Santa Chiara, a Gorizia.

Ma, allora, anche l’artista aveva contribuito alla sua realizzazione. Per il resto, quella del capoluogo isontino sarà certamente la più grande esposizione di sempre tra quelle a lui dedicate». È quanto assicura Marino De Grassi, curatore di “Tullio Crali. Una vita per il Futurismo” che dal 12 aprile al 29 settembre permetterà di ammirare oltre 200 lavori.

Insomma, l’iniziativa vuole raccontare il pittore con estrema completezza sia per quanto riguarda l’arco temporale della sua produzione sia per quanto riguarda l’ampiezza della sua attività.

Si partirà allora con il Crali adolescente per arrivare alle sue opere della maturità e dell’età estrema, quando prediligeva l’olio su tela rispetto ad altre tecniche utilizzate in gioventù, come le tempere e gli acquerelli.

Quindi, ci saranno sezioni sullo sport, dato che Crali è stato un atleta, specialista nella corsa, che prese parte pure ai campionati italiani. Inoltre, nota curiosa, aveva esposto alla mostra d’arte sportiva organizzata a Berlino nel 1936, in occasione delle Olimpiadi.

«Hitler non visitò tuttavia quella sezione, non amando il futurismo italiano perché lo reputava arte degenerata» ha raccontato ieri Marino De Grassi, quando il progetto è stato annunciato nel municipio di Gorizia alla presenza del sindaco Rodolfo Ziberna e dell’assessore comunale alla Cultura, Fabrizio Oreti.

A Santa Chiara non mancherà poi uno spazio riservato all’interesse che l’artista nutriva per le Frecce Tricolori, che gli ispirarono alcuni quadri. Però, al centro del percorso ci sarà l’aeropittura, che vede in Crali uno degli artisti di riferimento a livello internazionale.

Nel complesso, saranno 96 i dipinti in mostra, anche di grande formato, come nel caso di “Battaglia danzata di paracadutisti”, datato 1942. «Si trova negli uffici del presidente della Regione Veneto Luca Zaia» ha ricordato ieri De Grassi.

A Santa Chiara ci saranno poi 36 disegni, tra cui ritratti di altri futuristi italiani a cominciare da Giacomo Balla. Vanno inoltre citati i sei bassorilievi in legno dipinti in argento raffiguranti Marinetti, Boccioni, Prampolini, Sant’Elia, Russolo, oltre a un autoritratto scolpito.

Completano il percorso cartelloni pubblicitari, bozzetti di moda, scenografie teatrali (che Crali definiva scenotecniche), progetti di architettura, le cosiddette “sassintesi”, singolari creazioni di pietra, e una ventina di cataloghi di mostre e libri.

Tra questi, va ricordato un volume del 1944 con testi di Marinetti e disegni di Crali e del goriziano Raoul Cenisi. Ne esistono soltanto due copie: una conservata in America e l’altra è di proprietà delle eredi Crali e verrà appunto esposta a Gorizia.

Inoltre, la retrospettiva non mancherà di presentare opere del periodo 1919-1929, quando nacque e si sviluppò il Futurismo Giuliano. Così, ci saranno lavori di Cargo, Carmelich, Cernigoj, Claris, Cossar, Demanins, Dolfi, Farfa, Fattorello, Mix, Pilon, Pocarini, Sanzin, Spazzapan, Stepancic, Vucetich, Wulz, a formare un compatto ma significativo insieme di lavori ancora poco noti al grande pubblico.

Nato a Igalo, nell’odierno Montenegro, nel 1910 Crali, giunse a Gorizia con la famiglia nel 1922, quando il movimento futurista era già nato nel territorio e si era fortificato anche grazie all’apporto scientifico di Antonio Morassi e a quello organizzativo di Sofronio Pocarini che diedero vita alla Prima Esposizione Goriziana di Belle Arti del 1924.

Crali visse poi nel capoluogo isontino fino al 1946 per trasferirsi prima in Piemonte e poi a Parigi e a Il Cairo, scegliendo infine Milano quale sua residenza. Proprio a Milano è morto nel 2000. È a Gorizia, tuttavia, che ha avuto modo di formarsi, di crescere e di interessarsi a quelle passioni che ha poi trasferito nelle sue opere, a cominciare dall’aeropittura, avendo iniziato a volare nel campo dell’aviazione di Merna.

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