In un libro la storia dell’eccellenza di Antonio Volpe

Udine, alla Tarantola la presentazione del volume dedicato alla “prima fabbrica italiana - mobili di legno curvato a vapore”

UDINE. In vetrina, a Udine, alla libreria Tarantola da qualche giorno c’è una “certa” sedia, che nel mercato delle arti decorative va per la maggiore. Anzi, è oggetto di una certa forma di fanatismo.

È a dondolo, in faggio curvato a vapore, detta “a uovo”, (guarderete in diretta come si chiude), raccoglie l’eredità Thonet, e fino agli Anni Ottanta del secolo scorso, era attribuita addirittura a Joseph Hoffmann, il famoso architetto della Secessione viennese. La seduta è conosciuta come la n.267.

Bene, se volete saperne di più, venite oggi, alle 18, in libreria, perché la sedia è protagonista e cover di Società Antonio Volpe. Il design italiano sfida la Gebrüder Thonet, libro a cura di Manuela Lombardi Borgia e Giovanni Renzi.

Il volume, appena uscito per i tipi di Silvana Editoriale (pp. 152, euro 35) verrà presentato proprio oggi in anteprima nazionale e alla presenza degli autori. Ma perché si parte da qui? Perché la storia della Società Anonima Antonio Volpe, “prima fabbrica italiana - mobili di legno curvato a vapore”, è una vicenda di ingegno creativo e operosità industriale, tutta udinese, nata nell’Ottocento lungo la roggia di via Grazzano 20, in quella città, laica e intelligente, che prima della Prima Guerra Mondiale, respira la Secessione, vive vicino a Vienna, ha fantasia e talento tutto suo nell’applicare l’Art&Craft.

Una storia di gestione d’impresa di eccellenza quella della Volpe, che tutela anche gli operai con forme assicurative e previdenziali, come gli autori vi racconteranno, e che ha tutte le virtù e i vantaggi competitivi per diventare un’altra icona nostrana, dopo quella dell’inventore Malignani, da portare con giro per il mondo.

I milanesi Manuela Lombardi Borgia, esperta di comunicazione e marketing, con pedigree nel management Olivetti, e Giovanni Renzi, architetto e antiquario/collezionista, massimamente esperto del mood Thonet, la fabbrica dei mobili in legno curvato più famosa al mondo, hanno investigato da tempo anche qui in zona.

Questo lavoro è legato al recupero della memoria degli oggetti, e può essere il punto di partenza di piacevoli approfondimenti. Gli autori hanno anche aperto un sito: www.societaantoniovolpe.com. Controllate anche voi se in casa avete ancora un prodotto Volpe (girate la sedia).

Pensate che nel 1894, data in cui arriva la luce artificiale in fabbrica, erano 500 i pezzi che si producevano al giorno e 100 mila quelli stimati per l’anno. E gli operai? 250 in fabbrica e un centinaio a domicilio.

Anche grazie all’aiuto dato agli autori da Umberto Sello, curatore dell’archivio storico dell’azienda udinese di mobili Sello, coeva a quella di Volpe, e all’incrocio di fonti, ne è nato un libro curioso, che unisce per la prima volta l’occhio dell’esperto antiquario, quello di Renzi sull’argomento, e il punto di vista di Manuela Lombardi Borgia, nella scoperta della Volpe quale impresa etica e progressista (ma non era un esempio isolato qui in quegli anni).

«Tanti prodotti di fine Ottocento fino agli anni Trenta del Novecento, sostengono gli autori, sono stati attribuiti alle manifatture delle più celebri industrie austriache dell’epoca, come la Gebrüder Thonet e la Jacob & Joseph Kohn, e invece sono stati realizzati dalla Società Antonio Volpe di Udine».

Appuntamento dunque alla Tarantola per ascoltare la storia di un’azienda di eccellenza che fino al 1939 porterà il buon nome del made in Italy, marchiato Udine, in giro per il mondo.

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