Ironici, surreali e fuori luogo, gli ombrelli di Franco Matticchio

In equilibrio sul naso di una foca, disteso sul lettino di uno psicologo, appeso ad un cumulonembo contro ogni legge fisica o intento a spiare dal buco della serratura. E quello che prende il tram? Non sono mica normali gli ombrelli di Franco Matticchio. Guai se lo fossero. Li preferiamo così, onirici, surreali, osservatori, dimenticati e solo apparentemente fuori luogo, anche quando calati in contesti abituali. E quando assolvono alla loro principale funzione di parapluie capita che lo facciano in contesti anomali e per fruitori assai improbabili, come atleti in corsa o pesci in cammino.
Più di sessanta “matticchiate” del grande artista e illustratore di Varese sul tema dell’ombrello sono fino al 5 maggio nella mini galleria udinese Temporary Permanent di Toni Casula, un luogo raccolto che è esso stesso un piccolo gioiello nascosto nel cuore di Udine, interamente dedicato agli artisti dell’illustrazione (la mostra attualmente è visitabile su appuntamento, ma è possibile ammirare le tavole anche dalla vetrina).
C’è voluto un anno di preparazione per questa mostra inedita dal titolo Ricordati l’ombrello, disegni originali di Franco Matticchio curata da Giovanna Durì, già curatrice venti anni fa della prima esposizione antologica pubblica su Matticchio ospitata proprio a Udine al Cinema Visionario. Il nucleo della mostra è costituito dai trenta disegni confluiti nel volume Ho dimenticato l’ombrello edito da Vànvere nel 2019 ed è stato integrato da altrettanti pezzi raccolti uno ad uno con l’aiuto dello stesso Matticchio e di alcuni collezionisti privati. «A volte – dice Giovanna Durì – si tratta di lavori piccolissimi, della misura di dieci centimetri per dieci o di schizzi realizzati sul retro di altri disegni (visibili in mostra da ambo le facciate, ndr) e ancora di copertine o illustrazioni realizzate per la rivista “L’indice”. È come entrare nella fucina dell’artista, dove germinano le prime idee».
In galleria sono anche presenti alcuni dei volumi su cui Matticchio ha realizzato dei “dedicage” autografandoli con piccoli disegni per l’occasione. Un viaggio “a soggetto” dentro le idee originali di un autore che esplora il mondo da prospettive inedite e stupisce per la sua unicità: «Spero ogni volta che i miei disegni non si capiscano», ha dichiarato ironicamente in una intervista qualche anno fa.
Dopo Parigi e New York l’opera di Matticchio ritorna dunque per la seconda volta a Udine, dove pare aver trovato casa. Coincidenza vuole infatti che più o meno negli stessi giorni dell’apertura della mostra anche l’Università di Udine installerà – in maniera permanente in questo caso – alcune riproduzioni e ingrandimenti di suoi lavori alle pareti dei propri uffici amministrativi riallacciando a doppio filo un legame con Matticchio iniziato qualche anno fa tra le pagine delle riviste universitarie Res e Multiverso. —
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