Jason Isaacs, il Lucius Malfoy di Harry Porter a Pordenone: «Che gioia lavorare sul set»

L’attore britannico ha interpretato magistralmente il celebre cattivo nella saga. «E pensare che mi ero presentato ai provini per un altro personaggio»

Paola Dalle Molle
Alla Fiera di Pordenone, per Extracon, l’incontro con il famoso attore Jason Isaacs FOTO PETRUSSI
Alla Fiera di Pordenone, per Extracon, l’incontro con il famoso attore Jason Isaacs FOTO PETRUSSI

A conferma che i cattivi e i malvagi alla fine, sono quelli che, nei film e nei libri, si amano più dei buoni, oltre un migliaio di persone di ogni età, a Extracon, la grande fiera del fumetto, del gioco e della cultura pop che si è svolta a Pordenone Fiere, ha accolto l’arrivo di Jason Isaacs, interprete magistrale di Lucius Malfoy celeberrimo personaggio della serie di romanzi di Harry Potter, ideati dalla scrittrice britannica J.K Rowling.

Nei film, capelli lunghi e biondissimi, occhi di ghiaccio, Lucius Malfoy è il mago purosangue, sinistro Mangiamorte, padre dell’altrettanto perfido Draco, prefetto della casa dei Serpeverde nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Il suo personaggio – spiega Isaacs - rientra fra i “cattivi” nella saga, rappresenta l’antica nobilità della magia, oscura e malvagia che cerca continuamente il potere costruito su arroganza e oppressione.

 


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Non c’era ombra della malefica personalità del mago, nell’artista che domenica 19 gennaio, si raccontava al pubblico con ironia, la battuta pronta, generoso nel concedere qualche “segreto” anche dietro l’immagine di divo. Il brivido intatto del film si riproduce, quando Isaacs interpreta la vera voce di Lucius. La magia si ripresenta intatta e spaventosa.

E pensare che l’attore non si presentò ai provini per il ruolo del biondo Mangiamorte, bensì per un altro che nulla ha a che fare con Lucius. Per un attimo - confida - aveva pensato che gli avessero affidato due parti. Infatti l'artista avrebbe voluto interpretare Gilderoy Allock ma il regista Chris Columbus, malgrado la riluttanza di Isaacs, decise che il perfido Malfoy era la scelta migliore per l'attore.

«In quel periodo, stavo per interpretare anche Capitan Uncino in Peter Pan e pensavo: non voglio interpretare due cattivi per bambini. Pensavo di non riuscire a gestirli contemporaneamente. Poi, ci ho pensato un po’ e ho detto al regista: sono prontissimo».

Da quel momento, si comincia a costruire il personaggio, dalla tunica lunga nera di velluto (“una tenda”), alla bacchetta magica nascosta dentro il bastone da passeggio, ma soprattutto con la voce, simile a “unghie sugli specchi”. «Fidatevi di me: ascoltate le parti dei film con le voci originali, sono pazzesche!».

Lucius rappresenta la fazione elitaria, basata sulla purezza di sangue, che si batte contro quella di Harry cresciuto in un mondo non magico e che lotta per la giustizia e il bene. Il suo ruolo non è incrollabile – racconta - al tempo stesso mostra momenti di dubbio e paura, soprattutto quando il controllo di Lord Voldemort, l’antagonista per eccellenza di Harry Potter, diventa più opprimente.

 

«Tra un set e l’altro di Harry Potter, ho girato tantissimi film e ripensandoci, sento non la mancanza ma la gioia di quel periodo in cui giravamo la Saga; certo provo la mancanza di chi non c’è più, ma sono in contatto ancora con molti attori con cui ho lavorato. Per me, quel set era come andare in vacanza con delle persone cui volevi bene anche se ogni volta, gli adulti li ritrovavi un po’ più pelati e grassi, mentre i bambini crescevano».

In quel periodo, tra le numerose parti interpretate da Jason Isaacs, anche Capitan Uncino in Peter Pan, film fantasy del 2003 diretto da P. J. Hogan, trasposizione cinematografica dell'omonima opera di James Matthew Barrie. «In realtà, in questa versione di Peter Pan, la vera protagonista è Wendy. Tante donne hanno preso forza da questo film anche perchè parla del passaggio dei ragazzi all’età adulta. Un tema poco trattato».

Sul finire, si aggiunge qualche racconto come spadaccino con la mano sinistra e qualche trucco sul set, infine non manca la domanda sull’uso dell’Ia: «È uno strumento potentissimo – spiega – e se usato bene, può proiettarci verso il futuro ma dobbiamo trovare un nostro equilibrio nell’usarla».

L’ultima battuta di congedo è legata alla carriera: «Le mie parti? Ho sempre cercato di interpretare ruoli realistici, fuori da stereotipi, capaci di sollecitare in noi domande come: cosa farei se fossi al posto del personaggio? Questo, per provare a essere una persona migliore ma soprattutto per emozionare. Ecco, vorrei questo rimanesse nel pubblico quando scorrono i titoli di coda». —

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