«La mia amata Silvia persa per sempre»

C’è una sedia rossa vuota sulla copertina del libro “La fine del giorno”, di Pierluigi Battista (nella foto), editorialista del Corriere della Sera, presentato ieri sera a palazzo Mantica. E’ un’Adirondack rossa: a sua moglie Silvia, morta di cancro nel dicembre scorso, a soli 53 anni, piacevano molto. Ora che la sua vita è scivolata via «quel vuoto non si riempirà più. Una perdita è per sempre», dice con voce calma Battista, che in questo libro affronta con pudore, ma lasciando sgorgare sentimenti profondi, la perdita dell’amata compagna. Non solo. Per quello che egli stesso definisce «un paradosso oltraggioso», prima che la notizia del male (inoperabile) di Silvia incombesse sulle loro vite, Battista stava lavorando a un possibile libro sugli uomini che invecchiano male (mentre Silvia vecchia non sarebbe mai diventata) e reclamano il diritto alla sessualità eterna. Uomini ai quali si regalata una nuova, insperata stagione con donne più giovani, anche grazie al ricorso alla chimica. «Come non ribellarsi al fatto che la scienza sa trovare rimedi per le disfunzioni erettili e non riesce a curare il cancro?». Ma non c’è solo la memoria di un mondo che si dissolve in mille pezzi... Tanti richiami alle letture arricchiscono le pagine, mediano il racconto e il libro diventa anche una mappa della letteratura che ha accompagnato la vita di Pierluigi e di Silvia. La letteratura che, come l’idea di una morte vicina, restituisce spessore alle cose «appannate dall’ordinarietà della vita quotidiana». (c.s.)
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