La Stazione di Topolò riapre in luglio e riabbraccia Pif e Paolo Rumiz

Lucia Aviani



Diciassette giorni di spettacoli e un programma ricchissimo, anzi, «il più ricco di sempre», citando il direttore artistico Moreno Miorelli: con l’alleviarsi dell’emergenza sanitaria la “Stazione di Topolò -Postaja Topolove”, edizione numero 28, si riappropria del suo spazio temporale canonico (il mese di luglio, per la precisione da venerdì 2 a sabato 18) per offrire al proprio affezionato pubblico addirittura 48 appuntamenti.

E per dare subito risposta alla domanda che ormai ci si pone istintivamente, quando si parla di Topolò, Pif - legato a doppio filo alla Postaja - ci sarà anche stavolta, suggellando con la sua ennesima partecipazione la forza di quella che lui stesso aveva definito, negli anni scorsi, «una storia d’amore».

«Il suo intervento sul tema “Le cose per cui è bello lottare” – anticipa Miorelli –, spazierà dalla mafia (recentissimo il libro “Io posso. Due donne sole contro la mafia”) al caso Regeni, che gli sta estremamente a cuore. Lo attendiamo per venerdì 16 luglio, mentre nel giorno conclusivo della Stazione avremo ospite il giornalista e scrittore Paolo Rumiz, che segue il festival fin dagli esordi ma che vi partecipa attivamente per la prima volta: proporrà un reading (da una sua opera in versi che uscirà in autunno) in coppia con Cosimo Miorelli, l’illustratore del testo. Una lettura inedita, insomma, con live painting».

Altre partecipazioni illustri sono quelle della celebre poetessa Mariangela Gualtieri e di Cesare Ronconi, alias il Teatro Valdoca (sarà ospite domenica 11 luglio), e di Alina Marazzi, madrina di un film che ha suscitato grande interesse nel circuito internazionale dei cinema d’autore: “La strada delle montagne”, di Micol Roubini, la quale presenterà anche una videoinstallazione con materiali realizzati durante le riprese in Ucraina.

Si registra poi una svolta “storica”: la Stazione collaborerà, e non era appunto mai successo, con il Mittelfest cividalese, il cui direttore artistico, Giacomo Pedini, venerdì 9 luglio si presenterà al pubblico nella veste di moderatore-arbitro di un confronto che vedrà protagonisti due studiosi di discipline apparentemente lontanissime, il topologo Antonio Lerario (della Sissa di Trieste) e lo studioso di lingue romanze e slavista Stefano Quaglia (Università di Graz).

Il comparto cinematografico offrirà la prima europea di quattro corti girati in tempo di lockdown dall’americano Bill Morrison, icona del cinema sperimentale e in qualche modo “figlio” di Topolò, dove giunse, giovane e ancora sconosciuto, 28 anni fa.

Ma ci saranno pure altre rappresentanze straniere, dal nepalese Sagar Gahatraj (che sarà ospite per tre mesi del paesino valligiano) alla svizzera Kim Lang, fino alla vocalist norvegese Line Horneland, al basco Luca Rullo, ricercatore di suoni e voci, e alla formidabile pluristrumentista slovacca Veronika Vitazkova. —



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