La storia vissuta a Pontebba: le trincee diventano parco a tema
PONTEBBA. Pontebba riscopre il suo passato: in occasione del centenario dall’entrata dell’Italia nella Grande guerra contro l’Austria, l’associazione “Quello che le montagne restituiscono” ha completato il recupero delle vecchie postazioni militari e trincee in modo da realizzare un parco tematico che sarà inaugurato il prossimo 21 giugno.
Un territorio questo che, allo scoppio del conflitto, rappresentava una situazione particolare visto che il torrente Pontebbana dal 1866 segnava il confine tra la parte italiana e quella austriaca della città chiamata Pontafel. Paradossalmente il 24 maggio del 1915 non vi si sparò però neanche un colpo di fucile.
«Infatti - spiega Simone Del Negro, ventiduenne presidente dell’associazione che raggruppa una quarantina di soci – dalle ricerche dei nostri storici risulta che quel lunedì di un secolo fa fu relativamente tranquillo, visto che i civili erano già stati fatti sgomberare a partire da quelli austriaci: infatti solamente dal 25 maggio l’artiglieria italiana iniziò a bombardare le linee nemiche sui monti Malvuerich e Scalzer, mentre gli austriaci avevano fatto saltare i ponti sui torrenti per ritardarne l’avanzata».
La linea del fronte non si spostò poi di molto dal vecchio confine fino alla rotta di Caporetto nell’autunno del 1917 e a farne le spese furono gli edifici di entrambe le parti di Pontebba/Pontafel, colpiti dai bombardamenti della guerra di logoramento.
«Qui – sottolinea Del Negro – oltre che per le bombe si moriva per freddo, valanghe e frane, cannoni difettosi che esplodevano e malattie: tutte sofferenze che accomunavano soldati italiani e austriaci».
Proprio sull’uguaglianza di sentimenti dei nemici contrapposti nelle fredde trincee, recuperate dopo l’abbandono di decenni, trae linfa il progetto del parco tematico denominato Bombaschgraben (valle del Bombaso in tedesco, dal nome di un altro torrente della zona).
La cartellonistica riporta infatti stralci dell’emozionante diario, finora inedito, del volontario sedicenne stiriano Hans Lukas, che le edizioni Saisera hanno ora pubblicato (presentazione ufficiale proprio il 21 giugno). «Non solo – conclude Del Negro – il primo tour non ufficiale del parco lo ha fatto qualche giorno fa una famiglia austriaca arrivata da Vienna, i Meixner, insieme con i propri figli: un bel segno di speranza e pace per il futuro, tra due popoli ora amici».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto