L’arte dell’imperfezione e la felicità oltre le paure nel romanzo di Galiano
Si intitola “Una vita non basta” la sua nuova pubblicazione. Sarà presentata martedì 30 aprile al Capitol di Pordenone

PORDENONE. Si intitola Una vita non basta (Garzanti, collana Narratori) il nuovo libro di Enrico Galiano, adorato professore pordenonese, (insegna Italiano, Storia e Geografia alle scuole medie dell’istituto comprensivo di Chions), scrittore, seguitissimo sui social, dove è stato fra l’altro definito uno dei personaggi più influenti nel campo dell’education, della genitorialità, della psicologia e della pedagogia.
E ancora una volta il prof più amato d’Italia ha scelto la sua città, per l’anteprima del romanzo (che nel frattempo può essere preordinato on-line su Amazon), annunciandone la presentazione per martedì 30 aprile al Capitol di Pordenone, alle 18.30.
«E siccome non voglio che sia una presentazione come tutte le altre – ha scritto – sarà in realtà un monologo ispirato al libro, dal titolo Vasi da riempire, fuochi da accendere».
Le notizie che per ora filtrano dai profili Instagram e Facebook di Galiano aiutano a raccontare la genesi del libro.
«Qualche mese fa – scrive il professore in un post – al termine di un incontro coi ragazzi, è successa una cosa. Un ragazzo mi si è avvicinato. “Mi chiamo Ismaele”, mi ha detto. Già lì dovevo capire che c’era aria di romanzo.
Insomma, questo ragazzo mi ha fatto una domanda. Una di quelle che possono letteralmente farti rimanere secco. Una domanda – aggiunge – che in 21 parole (sì, le ho contate) racchiudeva il senso di tutto quello che stavo cercando di dire da anni, forse da sempre.
Una domanda che parlava della fame assurda che hai a diciassette anni di capire chi sei e che cavolo ci fai qui. Una domanda che in realtà non smettiamo mai di farci, e che se smettiamo di farci è perché siamo già belli che andati.
Ecco. Quella domanda – aggiunge – ha continuato a ronzarmi in testa per giorni, per settimane. Fino a che non ho acceso il computer e ho cominciato a buttare giù una risposta. Quella risposta, adesso, è diventata un romanzo».
Il suo ottavo romanzo (il primo, libro rivelazione del 2017, si intitola Eppure cadiamo felici, diventato anche una serie tv; l’ultimo, pubblicato sempre da Garzanti, nel 2023, è Geografia di un dolore perfetto), che, da quanto si legge nelle poche righe di presentazione apparse sul web, ha tutta l’aria di essere un libro che ancora una volta saprà parlare ai cuori dei ragazzi, scandagliando i loro sentimenti, paure, aspettative, per lanciare messaggi importanti agli adulti.
Intanto, va detto che torna uno dei personaggi più amati di sempre dai lettori di Galiano: il professor Bove di Eppure cadiamo felici, ormai piuttosto anziano e in pensione.
Sarà lui, con le parole giuste, ad aiutare Teo, il protagonista della storia, un ragazzo che ha “dentro” qualcosa (la chiama “Cosa” perché non è in grado di darle un nome: sa solo che è un nemico troppo forte e di cui non ha il coraggio di parlare a nessuno).
Lo spronerà a non arrendersi e a porsi le domande giuste, perché capisca che non è solo, che tutti siamo in cerca di una ragione di vita, di un dono che ci renda speciali.
«Solo che, per capire cosa sia, l’unico modo è non smettere mai di tentare, fallire e riprovare, coltivare l’arte dell’imperfezione per tirare fuori il capolavoro che vive dentro di noi. Anche a costo di scoprire verità che ci fanno paura».
Perché le paure che ci impediscono di essere felici «non vanno allontanate, ma ascoltate. Perché a volte bisogna attraversare il buio per scoprire la meraviglia di uno spiraglio di luce».
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