L’arte plurisensoriale fa rivivere Tina Modotti

Cormonslibri, in sala Italia lo spettacolo che precede il festival

CORMONS. “Hola Frida, Mandi Tina. La fotógrafa y la pintora”, un racconto multimediale a piú voci liberamente ispirato alle vite di Tina Modotti e Frida Kahlo, chiuderà oggi, mercoledì 25 novembre, alle 18.45, in sala Italia la serie di anteprime di CormònsLibri 2015, in calendario nella cittadina del Collio da giovedì all’8 dicembre.

“Hola Frida, Mandi Tina. La fotógrafa y la pintora” è uno spettacolo multimediale e plurisensoriale in cui si immagina che le due artiste, che per un periodo si sono frequentate in Messico dove entrambe hanno operato, si ritrovano e, come vecchie amiche, condividono esperienze e passioni, si scambiano emozioni e impressioni.

A raccontarcere questo spettacolo, che sensatamente cade nella Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, una delle ideatrici e interpreti: Eleonora Sensidoni.

«Precisiamo subito che non è uno spettacolo, ma un racconto, perché non ci sono attori. È nato dall’incontro di un gruppo di amici, con competenze ed esperienze molto eterogenee.

In particolare da tre donne, Susanna Pitacco esperta di fotografia, Vicky Vicario, esperta in numerologia che associa i numeri a personaggi famosi, ed io che canto in un gruppo, il Tryo Yerba (Fredy Cappellini chitarra e voce, Fabio Moreale contrabbasso e voce, Enrica Mattellon violino, Alberto Celotti chitarra), che si occupa di repertorio musicale tradizionale latino americano e il ponte tra Messico e Friuli, che è poi quello che volevamo portare in scena, si è fatto quasi da sé».

Quella tra Tina e Frida è stata piú che un’amicizia, una storia d’amore. O no? «Noi non parliamo apertamente di questa che fu una passione amorosa, perché, nonostante sia nota, non ci sono testimonianze, per cosí dire, documentali.

Di sicuro tra le due, che furono campionesse di originalità, spregiudicatezza e di vita fuori dagli schemi, indipendenti al massimo, ci fu molta intimità e complicità. Le due si conobbero grazie a Diego Rivera, il pittore che Tina ammirava per la sua arte e l’impegno politico, e che all’epoca era il marito di Frida, la quale, al contrario di Tina, già famosa, era alle sue prima uscite nella società bohemienne messicana degli anni ‘20».

E questa amicizia voi la raccontate basandovi soprattutto sul diario che Frida teneva e nel quale raccoglieva i “materiali” della sua vita.

«Oltre al diario e alle lettere di Kahlo nelle quali la pittrice registrava tutto, abbiamo usato testi originali, documenti d’archivio, reperiti anche grazie alla collaborazione con il professor Gianfranco Ellero. Nel dialogo, scritto e interpretato da Vicky e Susanna, a emergere è, sí, il dato privato, ma anche il contesto, assolutamente eccezionale nel Messico del tempo».

Non mancano le immagini. «Sí, fotografie della Modotti, ritratti dalla Kahlo, spezzoni di film di Tina, come uno dei suoi primi, “The tiger’s coat”, e immagini animate, create da Elisabetta Matellon».

Infine la musica: «Brani, della tradizione musicale e d’autore latinoamericana, tra cui una canzone cubana dedicata ad Antonio Mella, l’amante cubano di Tina, riarrangiati dal chitarrista italo-venezuelano Fredy Cappellini. Il progetto è nato da tre donne, ma senza l’esperto musicista Fredy non avremmo fatto nulla!».

A tutti gli spettatori in omaggio il libretto dell’evento, irrorato del profumo di tuberosa, quello caro a Frida.

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