L’autrice della trilogia erotica, Irene Cao: «Adesso prego e sto bene»

La scrittrice che ha fatto molto discutere ora attraverso i social parla di arte e della bellezza dell’Italia

UDINE. «Ogni giorno, oltre a fare sport, prego (sono cristiana, ma aperta a cogliere il meglio da tutte le fedi) e pratico la meditazione». Sul profilo Instagram di Irene Cao, autrice di successo con la trilogia “Io ti guardo”, “Io ti sento”, “Io ti voglio”, pubblicata da Rizzoli nel 2013 e allora fenomeno letterario da centinaia di migliaia di copie è questo il saluto alla primavera postato qualche giorno fa.

Irene Cao, da Caneva al successo mondiale con la trilogia hard


Conversione, scoperta, rifugio? A cosa si deve una dichiarazione così esplicita di fede e di devozione?

«Niente di tutto questo – ci dice la scrittrice di Caneva – è solo una dimensione nella quale trovo molta pace e forse riesco a dare un po’ più senso alle mie azioni e anche più pienezza alle mie giornate».

Irene Cao: luci rosse? Non cercatele qui
FOTO MISSINATO - IRENE CAO


Ma cosa è successo, ci spiega meglio?

«Perché bisogna sempre cercare una ragione? A volte non c’è un perché, le cose avvengono in modo naturale e sorprendente. Nel caso della fede è qualcosa che riempie il cuore. Certo mi rendo conto che oggi a parlare di fede e di cuore, di sentimenti, si rischia di essere derisi.

Irene Cao e il sequel della trilogia erotica

Viviamo in un mondo che sta in superficie e andare in profondità significa essere tagliati fuori, ma nel mio caso è un processo naturale del quale non ne posso più fare a meno e mi fa stare meglio, più centrata e più dentro me stessa.

È successo davvero in modo inaspettato, una sera dello scorso autunno mi trovavo nella cattedrale di Vittorio Veneto e in quel luogo ho sentito qualcosa di profondo, di mistico, quasi una voce dentro di me che mi rassicurava, dicendomi che anche se non era un momento facile le cose sarebbero andate bene.

E da lì in poi ho continuato in maniera assidua a seguire le celebrazioni. Lo faccio in silenzio, con riserbo e intimità, ed è una pratica che mi aiuta a non perdermi.

Mi ha sostenuto l’anno scorso, un periodo che da fine 2017 al 2018 è stato davvero molto difficile, un periodo di scelte importanti e di domande impegnative. Ho iniziato a domandarmi se stessi seguendo me stessa o dettami esterni e aver trovato una dimensione di spiritualità mi ha sostenuto molto e lo fa ancora».

Sul suo profilo social, oltre a raccontare della sua esperienza di fede si occupa dettagliatamente di bellezza, traccia come un itinerario dei luoghi in cui è appunto la bellezza, la perfezione, il fascino estetico a suggerire un altro sguardo alle cose.

«Lo faccio molto volentieri e senza nessun altro scopo se non la semplice gioia di metter al servizio delle persone parte dei miei studi e delle mie conoscenze.

E, ovvio, sfruttare la potenza dei social per far parlare la bellezza. L’idea di fondo è che ci siano luoghi intrisi di bellezza, viviamo immersi in un patrimonio inestimabile, noi italiani intendo, e dovremmo averne cura.

Siamo fortunati, in questo: la dimensione dell’Italia paragonata al mondo è nulla, eppure ha la concentrazione più alta al mondo di opere d’arte, di scultura e di storia.

Abbiamo gettato le basi di civiltà, imperi, filosofie, correnti artistiche e sono convinta che riprendere consapevolezza di queste basi culturali, farle rinascere, possa determinare un nuovo Umanesimo, un nuovo Rinascimento.

Sono sicura che il futuro non sarà nella bruttezza che emerge dai social, ma nella rinascita della bellezza e della cultura».—


 

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