Le grandi fotografie di Alberto Moretti al Tiare Shopping

Negli ultimi anni la fotografia è diventata il modo di comunicare più utilizzato dopo la lingua parlata, grazie agli smartphone e alla possibilità di dialogare con le immagini nei social network. Quali sono gli effetti di questa rivoluzione culturale?
Alberto Moretti, conosciuto fotografo friulano, è impegnato su molti fronti per dare risposte a questa domanda nell’ambito della sua attività di freelance e di studioso di fotografia.
Così, sabato 18 alle 16 sarà inaugurato Corpi - sociali, urbani, naturali, umani, dieci esposizioni fotografiche all’interno del Tiare Shopping di Villesse, primo Ikea Centre d’Italia, parte di una rete che conta una sessantina di strutture simili in Europa, Cina e Russia.
L’idea di Moretti è stata quella di fare un progetto che portasse il linguaggio fotografico - quello ben parlato - a contatto con il popolo dello shopping, per far entrare la fotografia nel tessuto sociale come pasto quotidiano per gli occhi, senza attendere che le persone debbano andare nei luoghi specificamente deputati.
«È un’azione civile ed educativa prima che artistica», ci dice Moretti. «Perché gli Ikea Centres non sono semplici luoghi commerciali, avendo obiettivi strategici di riferimento territoriale per le comunità, in cui si sviluppino relazioni sociali e culturali a sostegno delle attività commerciali».
L'esposizione più corposa sarà allestita nel foyer comune tra Tiare e Ikea, dove Moretti esporrà Come Olimpici Dei, una narrazione di 13 scatti di grandissima dimensione, rilettura interpretativa dei suoi più noti lavori di fotografo di danza. Il progetto di allestimento prosegue il lavoro di ricerca degli ultimi anni che mira ad assegnare nuovi sensi al corpo strappandolo al palcoscenico per trasformarlo in icona simbolica.
Inoltre, nella Galleria Tiare Art al primo piano esporrà tre progetti fatti nel Mali, a New York e nel suo studio di Fagagna, che ha riunito nel titolo Ritratti Intimi: un lavoro sulla violenza domestica, uno di ritratti di personalità del cinema indiano e l’ultimo sulla solitudine notturna degli abitanti di Bamako dopo il colpo di Stato.
Per gli altri otto lavori ha coinvolto la direzione del Circolo Fotografico Friulano, molto attivo nell'importante ruolo di educazione al linguaggio fotografico, che ha scelto Luca Meroi, Dario Buttazzoni, Maurizio Ciancia, Emanuele Savasta, Daniela delli Zotti, Daniela Roveretto, Ivano de Simon e Franca Filaferro per diverse narrazioni che abbiano per oggetto il Corpo nelle sue possibili accezioni, proprio come indica il titolo generale dato all'evento.
Questi lavori, che hanno avuto Moretti come curatore, saranno esposti nelle cosiddette aree relax lungo i corridoi del Centro.
Dopo le più recenti esposizioni a New York, Mosca, San Pietroburgo, Shanghai, Milano, Venezia, Udine, prosegue così l'attività di questo fotografo friulano, così attivamente impegnato nella lettura interpretativa del linguaggio fotografico contemporaneo, utilizzato da tutti ma, come dice lo stesso Moretti, con un'insufficiente conoscenza è come se si parlasse ancora a gesti e con suoni gutturali.
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