Le mille idee di Fabrizio Bozzetti «In Friuli ci sono molte occasioni»

Lo sceneggiatore milanese da anni si è stabilito a Udine. «Scrivo anche al bar» Via alle riprese de “La mia seconda volta” di Gelpi. Nel cast Ruffino, Poggi e Ward

laura pigani

Chi nasce a Milano e vuole lavorare nel mondo del cinema, di solito, resta a Milano. O, se proprio vuole, è più propenso a trasferirsi dove ci si immagina che il ventaglio delle opportunità sia bello ampio, come (per dire) Roma o Torino. Di solito, appunto. Fabrizio Bozzetti, 47 anni, milanese doc e sceneggiatore di professione, qualche anno fa ha invece deciso di fare il nido a Udine.

Giovedì è uscito nelle sale (ma non ancora a Udine) Te lo dico pianissimo, che ha sceneggiato con Roberto Traverso e Pasquale Marrazzo, che è pure il regista. Alla mostra del cinema di Venezia è stato presentato Sirena, progetto indipendente tra il film d’autore e di genere di Giorgio Borgazzi, che sarà girato nel 2019. In dirittura d’arrivo La Guardia, idea maturata da Bozzetti senza vincoli di committenza (regia di Giulio Ricciarelli). E sono partire le riprese de La mia seconda volta di Alberto Gelpi).

Di carne al fuoco ce n’è parecchia. Non si rischia un’indigestione?

«Sono progetti differenti, che nascono e si sviluppano in tempi diversi finendo talvolta per accavallarsi. Uno sceneggiatore lavora anche a sei film contemporaneamente, ma non per eccessiva ambizione. Il meccanismo è molto lento, spesso per il reperimento di finanziamenti pubblici. La Guardia, per esempio, premio Solinas nel 2012, è ancora in lavorazione. Ben più di rado la strada è veloce, come per La mia seconda volta, grazie alla scelta coraggiosa del produttore Simone Riccioni, che ha realizzato un film indipendente: ho iniziato a lavorarci a marzo e lo stiamo già girando. È un paradosso: o si lavora in tempi dilatati o incredibilmente compressi».

I suoi ultimi lavori?

«Te lo dico pianissimo è una commedia stralunata e autoriale. Parla di un padre, Cicci (Stefano Chiodaroli), che si deve occupare dei due figli in seguito alla morte della moglie, dalla quale è divorziato perché scopertosi gay. Capeggiate da Giuditta (Lucia Vasini), le tradizionaliste sorelle di Cicci non gradiscono che i nipoti vadano dal papà, che da 15 anni vive con l’idraulico Nikolas (Pietro Pignatelli). A Macerata sono state avviate le riprese de La mia seconda volta: i destini della 18enne Giorgia (Mariachiara Di Mitri), studentessa liceale con una visione incerta della vita, e di Ludovica (Aurora Ruffino), che frequenta l’Accademia di belle arti, si intrecciano cambiando la vita di entrambe. Nel cast anche Daniela Poggi, Luca Ward, Federico Russo e lo stesso produttore Riccioni. Il film è destinato ai ragazzi e rientra nel genere “young adult”, che in Italia non è ancora sviluppato come negli Usa».

Cosa l’ha calamitata nel capoluogo friulano?

«Milano è un posto divertente, ma alla lunga è molto pesante con ritmi e stile di vita impegnativi. Per noi sceneggiatori, che lavoriamo dietro le quinte, non è importante il luogo: spesso mi capita di scrivere in treno o al bar. Ho scelto Udine perché ho molti amici dai tempi dell’università e la Fvg Film Commission funziona bene e chi fa questo mestiere ne deve tenere conto. Ci sono molte occasioni da cogliere e Udine offre tanto in questo campo, a partire dalla Tucker film».

Non male per uno che è stato giornalista e regista. Una passione tardiva, quella per la sceneggiatura?

«Mi ero iscritto Lettere, all’università Cattolica, perché c’era storia del giornalismo. Da pubblicista, ho curato per un settimanale la pagina del cinema. Poi mi sono innamorato della materia e della regia, finendo per fare la tesi in storia del cinema anziché in storia del giornalismo. Ma dopo alcuni lavori dietro la macchina da presa, ho capito che scrivere era più nelle mie corde». —



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