Le opere e la vita di Giovanni da Udine diventano un video: così rinasce il Teatro Nuovo

Il teatro si reinventa dopo la chiusura con un documentario. Omaggio al pittore friulano attraverso i tableaux vivants



Gli stucchi, i decori, le figure mitologiche e le opere pittoriche di quel Giovanni de’ Ricamatori che fu allievo e collaboratore a Roma di Raffaello, già diventate arte viva in occasione dei vent’anni del teatro udinese che porta il nome del cinquecentesco pittore e urbanista friulano, sono diventati il soggetto di un cortometraggio, figlio di un’idea maturata in tempo di pandemia. Si chiama “Giovanni da Udine – L’occhio e l’ingegno”: un video di trenta minuti che riassume, attraverso la tecnica dei tableaux vivants – di cui i performer di Teatri 35 sono maestri – e la voce narrante del direttore artistico per la prosa Giuseppe Bevilacqua, la vita e le opere di Giovanni da Udine secondo la celebre bio di Giorgio Vasari, caro amico del de’ Ricamatori.

Giovanni raggiunse l’Urbe nel 1515 per diventare il braccio destro di Raffaello, ma non disdegnò la sua città d’origine firmando l’impronta urbanistica di alcuni degli angoli udinesi più belli, come la Torre dell’Orologio. A tutto questo Teatri 35 aveva reso omaggio nel 2017 con uno spettacolo commissionato proprio dal Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Il corto non è però un semplice riadattamento cinematografico di quella performance, ma la amalgama anche all’arte figurativa e alla musica in una proposta originale (le riprese sono di Entract Multimedia) che sarà presentata al pubblico sulla web tv del teatro (www.teatroudine.it) giovedì 18 alle 20.45.

È stata proprio la chiusura dei locali di via Trento – oggi sono 110 giorni – ad agitare l’ingegno del capitale umano del teatro, che ha optato per reinventarsi anziché piangersi addosso dando vita alla Bottega del Giovanni da Udine, ideatrice del progetto e capace di trasformare ostacoli in opportunità.

La tecnologia aiuta, «ma non potrà mai sostituire la rappresentazione dal vivo davanti a un pubblico», argomenta il presidente della Fondazione, Giovanni Nistri, che ribadisce l’inutilità della chiusura dei teatri (e dei cinema) essendosi dotati di tutti gli strumenti per garantire la sicurezza agli spettatori. Appello lanciato pure dall’assessore udinese Fabrizio Cigolot e raccolto dall’assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli.

«L’obiettivo di questo lavoro – sottolinea Nistri – è quello di evidenziare gli aspetti originali e l’eredità che Giovanni de’ Ricamatori ha lasciato all’arte decorativa del Rinascimento». «La costruzione del quadro – aggiungono Gaetano Coccia, Francesco Ottavio De Santis e Antonella Parrella, napoletani e nucleo artistico di Teatri 35 – non è il fine ultimo, ricerchiamo i dettagli e il nostro corpo diventa strumento espressivo come una stoffa o qualsiasi altro elemento scenografico e la musica è la drammaturgia di tutti i nostri lavori». Progetto condiviso in toto dall’assessorato alla Cultura di Udine, dai Civici musei di storia e arte e di Storia naturale (con la collaborazione in particolare di Vania Gransinigh e Giuseppe Muscio e dei loro team e la consulenza di Liliana Cargnelutti). Il Comune, infatti, ha in canna la mostra “Giovanni da Udine, tra Raffaello e Michelangelo (1487-1561)” la cui inaugurazione è stata rimandata già due volte (è slittata al 12 giugno).

Tutti i contenuti della web tv del teatro, realizzati dalla primavera scorsa per mantenere un legame con il pubblico, sottolinea infine il direttore artistico di musica e danza Marco Feruglio, saranno conglobati in una videoteca online a fruizione gratuita. —



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