Leggende su di lui: il pittogramma per l’Adelphi

Ecco confermate o sconfessate le leggende che si sono formate attorno a Bobi Bazlen e di cui è facile innamorarsi. Adelphi (L’inizio). Il logo di Adelphi è un pittogramma cinese, conosciuto come...
Ecco confermate o sconfessate le leggende che si sono formate attorno a Bobi Bazlen e di cui è facile innamorarsi. Adelphi (L’inizio). Il logo di Adelphi è un pittogramma cinese, conosciuto come “pittogramma della luna nuova”, che compare dal 1000 a.C. sui bronzi della dinastia Shang e significa “morte e rinascita”. Fu trovato in un libro portato da Rugafiori, aggiuntosi al consesso degli amici su suggerimento di Sergio Solmi. Era un testo di un sinologo tedesco su cui erano riportati numerosi ideogrammi dell’antica Cina: Foà lo aprì un giorno a caso su quel disegno che ritraeva due figure stilizzate, una con le braccia all’insù, l’altra all’ingiù, sopra una falce di luna, morte e resurrezione nella luna nuova. La grafica, affidata a Enzo Mari, venne trovata per sottrazione, i libri più belli erano quelli con lo sfondo bianco di Einaudi, quindi bisognava evitare di ripetere la stessa formula. Rimanevano il colore e la carta opaca. Le copertine dei libri riprendono, su suggerimento del poeta e studioso Michele Ranchetti, una “gabbia” grafica ideata dall’illustratore inglese di fine Ottocento Aubrey Beardsley. La filosofia della casa editrice era quella di diffondere libri “unici” alla ricerca di lettori affini. Operazione riuscita, visto che Adelphi è un marchio di culto, con acquirenti fedelissimi. Si partiva dall’edizione critica di Friedrich Nietzsche, sulla base di oltre ventimila documenti manoscritti inediti conservati a Weimar, che Foà, Bazlen e Giorgio Colli avevano già tentato di far pubblicare all’Einaudi, incontrando la strenua opposizione dello storico Delio Cantimori. L’obiettivo era quello di “fare bene quello che in precedenza era stato fatto meno bene e fare per la prima volta quello che allora era stato ignorato”, come racconta nell’Impronta dell’editore, Calasso.


(dal testo di Cristina Battocletti)


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