Liberi con Ahongbonon il “Basaglia” dell’Africa

C’è chi orienta tutta la propria vita su un credo così granitico e potente da cambiare il destino di una parte di umanità. Grégoire Ahongbonon, ospite atteso del festival Vicino/lontano porterà la sua testimonianza di vita in un incontro previsto negli spazi fortemente simbolici della Comunità Nove a Sant’Osvaldo, l’ex Ospedale Psichiatrico di Udine, il 13 maggio alle 16, proprio nell’anniversario dell’approvazione della legge 180, promulgata il 13 maggio del 1978. La sua opera ricorda infatti l’attività dello psichiatra Franco Basaglia, a cui dobbiamo la riforma radicale dei principi del trattamento psichiatrico nel nostro Paese e la creazione dei presupposti per la successiva approvazione della legge.
Ahongbonon si prodiga da trentacinque anni per liberare letteralmente dai ceppi, i malati di mente, che in alcuni paesi dell’Africa Occidentale, ancora oggi vengono ridotti in schiavitù, segregati e incatenati. Più di 60 mila le persone accolte con problemi psichici in 25 anni di aiuto e interventi; 25 mila i malati di mente attualmente ospitati negli 8 centri di cura, 28 centri di consultazione medica, 13 centri di reinserimento, dislocati in 4 Paesi da lui fondati. Della sua storia di eccezionale impegno sociale e cristiano, l’«africano dell’anno», che ha fatto della sua vita un esempio di straordinario “apostolato civile” a fianco degli ultimi, perché afflitti dal disturbo mentale, Ahogbonon parlerà insieme agli psichiatri Renzo Bonn e Marco Bertoli, portando la sua testimonianza raccolta nel libro appena pubblicato dalla Editrice Missionaria Italiana a firma del giornalista Rodolfo Casadei: “Grégoire. Quando la fede spezza le catene” (160 pagine, 16 euro, prefazione di Eugenio Borgna). L’incontro è realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale dell’Azienda sanitaria universitaria integrata di Udine. Grégoire è nato nel 1953 in Benin. Si trasferisce in Costa d’Avorio dove riscontra un certo successo imprenditoriale, dopo una crisi religiosa molto forte vissuta nel 1982, vive un’esperienza di conversione durante un pellegrinaggio in Terrasanta dove nasce il suo desiderio di servire «gli ultimi tra gli ultimi». Tornato in patria, fonda l’associazione San Camillo de Lellis, che nel 1992 apre il suo primo centro di accoglienza per malati in un ex caffetteria dell’ospedale di Bouaké di Costa d’Avorio. Da quell’anno inizia un’epopea di carità e umanità che Rodolfo Casadei racconta in presa diretta, grazie ai viaggi compiuti in diversi paesi visitando i vari centri di accoglienza di Grégoire. La cura dell’ex manager di taxi verso i malati psichici è molto semplice, così sintetizzata in un documentario della Bbc sull’esperienza della San Camillo: «Medicinali a prezzi economici, un approccio profondamente umano e uno staff formato da ex pazienti sono la chiave del successo». Ma il racconto di Casadei si infiamma quando vengono rievocati i numerosi episodi (si stima siano stati oltre un migliaio di casi) in cui Grégoire ha liberato letteralmente dalle catene persone afflitte da malattie psichiche. Caduti spesso prigionieri di pseudo-santoni locali o di falsi guaritori «cristiani» che in cambio di offerte economiche promettono guarigioni miracolose, questi malati vengono affidati dalle famiglie in situazioni di vera e propria schiavitù: incatenamenti, prigionia forzata, ancorati con la forza ad alberi, queste vittime incarnano quelle persone verso le quali Grégoire si sente chiamato, spinto da una certezza: «Fino a quando ci saranno un uomo o una donna incatenati a un albero o dentro a una capanna, tutta l’umanità sarà incatenata».
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