Libri, un viaggio fra la storia e gli intrecci romanzati con Lavaroni e Caracci

Le due nuove proposte della casa editrice Gaspari. Quando verrà la primavera e Ombre e segnali dal mare

Mario Brandolin
Le copertine di "Ombre e segnali dal mare" di Cristiano Caracci e "Quando verrà la primavera" di Diego Lavaroni
Le copertine di "Ombre e segnali dal mare" di Cristiano Caracci e "Quando verrà la primavera" di Diego Lavaroni

Due libri, due interessanti novità arrivano in questi primi mesi del 2025 dalla casa editrice udinese Gaspari.

Si tratta di Quando verrà la primavera, la storia romanzata di un giovane partigiano del Manzanese, a firma di Diego Lavaroni e Ombre e segnali dal mare, una serie di racconti su vicende e personaggi che hanno agito sullo sfondo del mare Adriatico e di una Sicilia quasi ancestrale e mitica, scritti dall’avvocato udinese Cristiano Caracci.

Quando verrà la primavera vede al centro della narrazione il giovane Nedo, ragazzino 17enne di Oleis, che si trova al centro della lotta tra partigiani e truppe nazifasciste nelle valli del Natisone e in quelle del Torre.

La sua storia si svolge tra la primavera del 1944, con la vittoriosa battaglia di Nimis dal 21 al 31 agosto, dalla gloriosa e tragica parabola della Zona Libera Orientale al maggio del 1945 con l’insurrezione e liberazione di Udine. E Nedo si trova in mezzo a vicende anche più grandi di lui, di cui spesso gli sfuggono il senso e la necessità, come le polemiche e le forti tensioni tra partigiani della Garibaldi-Natisone e quelli dell’Osoppo, le cui visioni per il dopoguerra di queste terre al nord est d’Italia, si contrappongono e spesso intralciano le operazioni belliche. Ma quello che a Nedo importa, sullo slancio di una giovinezza appena sbocciata, è la libertà, è il desiderio di sconfiggere una dittatura che ha piegato il territorio in cui vive in anni di repressione, paura e tanta sterile propaganda. È, la sua, una forza che gli viene da un’ideale di pace ed uguaglianza e per il quale è disposto a tutto.

Ispirato alle vicende del partigiano “Verde” che partecipò alle fasi più cruente della guerra di Liberazione, Quando verrà la primavera ha tutte le belle caratteristiche di un romanzo di formazione, del percorso verso la consapevolezza di sé e del proprio posto nel mondo di un’esistenza che si apre alla vita nel marasma di scontri violenti e sanguinosi, di accerchiamenti e fughe nella speranza di vedere nascere proprio da questi momenti tempestosi un mondo nuovo, libero e giusto: una nuova primavera.

Ombre e segnali dal mare, sono invece quelli che popolano il bel libro di Caracci. Figure che emergono dai flutti di un passato. Un passato che arriva fino all’Aquileia romana con la storia di due giovani magistrati, Cornelio Gallo nominato da Ottaviano Augusto Prefetto dell’Egitto e poi morto suicida a Roma in quanto accusato di tradimento, e Tullio Tizio Valerio, ambasciatore in Siria che torna ormai cieco a concludere i suoi giorni nella sua città d’origine.

Appaiono poi il genovese Giorgio Sfranze, generale nonché protovestiario e amico diletto dell’ultimo imperatore di Bisanzio Costantino XI Paleologo. Al fianco del quale vive la caduta di Costantinopoli, assediata e conquistata nel 1453. La sua vicenda viene ricostruita sulla scorta delle memorie scritte da Sfranze nel riparo del convento di San Nicola a Corfù.

Compare quindi Dorino Gattilusio, genovese d’origine, vassallo dell’impero ottomano e signore delle isole di Lemno e di Taso, costretto alla conversione all’Islam e alla fine suicida proprio per non rinnegare la sua fede cristiana. La battaglia di Lepanto, che vide la vittoria della flotta cristiana su quella turca nell’ottobre del 1571, rivive con bella ricchezza di dettagli colori nei ricordi di una marinaio imbarcato sulla galea San Nicolò Incoronato di Cherso; e ancora nel volume si narra la riconquista della Morea, così la Serenissima chiamava il Pelopponneso, da parte dei veneziani di Francesco Morosini nel 1685.

La narrazione di Caracci si sposta poi in Sicilia, una Sicilia dove le atmosfere antiche di un paese abbracciato dal sole si confondono con le storie dei Pupi, di Orlando e della bella Angelica. Si passa con un salto temporale piuttosto ampio, siamo alla fine dell’800, in Friuli, a Udine, dove Pietro arriva dalla natia Trapani per impiegarsi alla prefettura.

Un lavoro che lo vedrà accompagnare il ministro del governo Crispi, lo spalatino Domenico Federico Seismit-Doda, all’inaugurazione della tratta ferroviaria Udine San Daniele nel 1890.

Ultime ombre, quella di Gianko, un sopravvissuto alla guerra nella ex-Jugoslavia e rintanatosi ad Aurana, località sperduta sulle rive del grande lago di Cherso, e quella di un emigrato siciliano in Friuli che risponde al richiamo della sua terra e della bella che lì lo aveva fatto innamorare. Storie di ombre, ma vive palpitanti, incantate, che catturano il lettore immergendolo in un passato, spesso violento e feroce, ma pieno di fascino e suggestioni come i paesaggi, le isole e le città che quelle ombre accolgono.

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