In un libro gli scritti di Giovanni Brusin, l’archeologo divulgatore
Lo studioso friulano ha effettuato le maggiori indagini sul sito di Aquileia, la sua città natale. Ha collaborato lungamente con il Messaggero Veneto e Il Piccolo
Giovanni Battista Brusin è stato l’archeologo friulano che ha effettuato le maggiori indagini del Novecento in Friuli, in particolare ad Aquileia, e che ha saputo soprattutto valorizzare i risultati delle sue ricerche. Lo ha fatto anche scrivendo tantissimi articoli sui quotidiani del Fvg, Il Messaggero Veneto e Il Piccolo, ma anche sul Corriere della Sera.
Una recente pubblicazione della Società friulana di archelogia, a cura di Maurizio Buora, ha raccolto tutti gli interventi pubblicati tra il 1927 e il 1974.
Il numero maggiore di interventi nè apparso su Il Piccolo. A Trieste Giovanni Brusin fu sempre molto legato: nel capoluogo regionale aveva iniziato la sua carriera lavorativa come insegnante; aveva 50 allievi “e li interrogava ogni giorno” come amava dire.
«In quanto Aquileiese – ricorda Maurizio Buora – aveva poi un legame particolare con il proprio paese. Negli anni molto vivaci durante e subito dopo gli scavi per le fognature (1968-1972), che furono l’impresa più impegnativa e di maggior spesa di tutto il secolo ( anche se non furono seguiti dai risultati sperati), nel corso delle discussioni spesso accanite, per non dire feroci, egli fu il “grande vecchio” cui rivolgersi per un parere equanime, favorito dalla sua lunga esperienza».
Nel volume non si parla solo di Aquileia, ma si dà anche ampio spazio agli altri centri archeologici della regione, Cividale e Trieste, ma anche Gorizia e Torre di Pordenone, con numerosi interventi anche nel Veneto, nell’Istria e in Austria.
I suoi interventi sul “Messaggero Veneto” furono nel complesso meno numerosi e iniziarono alquanto tardi. Nondimeno tra essi c’è qualche spunto di grande interesse.
Brusin scrisse per numerosi quotidiani, dall’Osservatore romano all’Arena di Verona e al Gazzettino. Nel 1927, quando direttore del Corriere della sera era Ugo Ojetti (che era stato ad Aquileia durante la Prima guerra mondiale) fu invitato a scrivere di Aquileia, che specialmente dopo la fine della guerra era stata al centro di varie manifestazioni trionfalistiche, quali le cerimonie connesse con il Milite ignoto. «Tutto ciò – evidenzia Buora – mentre era impegnato con l’Associazione nazionale per Aquileia a continuare gli scavi e a pubblicare una rivista scientifica. All’interno di questa cercò anche di promuovere interventi di carattere normativo e legislativo per migliorare la situazione archeologica di Aquileia. Prima che fosse approvata nel 1967 la legge speciale n. 121 per Aquileia egli tenne stretti rapporti con i parlamentari friulani e, come dice egli stesso, andò anche a Roma per assistere a una discussione in Parlamento su questi progetti. Il suo interlocutore più fidato per questo era il senatore Tessitori».
Il periodo del pensionamento (dal 1953) fu anche quello in cui uscirono alcune sue fondamentali opere, come quella dedicata, nel 1957 ai monumenti paleocristiani di Aquileia e di Grado (scritta insieme con Paolo Lino Zovatto) e quella di poco posteriore, del 1960, su Iulia Concordia. «Per la pubblicazione di queste seppe avvalersi anche del supporto del Rotary club, per il quale aveva nel corso degli anni preparato numerosi interventi durante le riunioni settimanali. Della sua attività divulgativa per così dire spicciola è testimonianza anche il grande numero di visite guidate che organizzò, sia quando era direttore del museo, sia negli ultimi anni della sua vita».
Brusin si occupò anche della Deputazione di storia patria del Friuli, della quale fu presidente e in cui indusse un’attenzione per l’archeologia.
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