Lo Schiaccianoci con Lorenzo Lelli riapre la stagione del Teatrone
Il giovane danzatore abruzzese protagonista dello spettacolo in scena a Udine
Sarà Lo Schiaccianoci, nella versione di Edi Blloshmi, rivisitata dall’originale di Vainonen-Ivanov, a portare in Friuli per la ripresa della stagione danza del Giovanni da Udine oggi, lunedì 6 alle 18, il giovane danzatore abruzzese Lorenzo Lelli, la cui carriera nel Balletto dell’Opéra di Parigi è il segno dell’apertura della “Maison Garnier” verso talenti esterni nonché italiani.
Lelli proviene infatti dalla Scuola di Ballo dell’Accademia Teatro alla Scala e nel 2023 è stato ingaggiato dal corpo di ballo della compagnia francese mettendosi in luce l’anno successivo con la promozione a Coryphée.
Attesa dunque la sua esibizione nel ruolo del Cavaliere accanto a Hortense Millet-Maurin (Fata confetto), Sujet del complesso e figlia d’arte, la madre è l’étoile Elisabeth Maurin, formatasi alla scuola dell’Opéra di Parigi; la coppia sarà coadiuvata dalla compagnia di balletto del Teatro Nazionale di Tirana in questo classico del repertorio, giocosa sintesi di una tradizione romantica che oscilla tra letture psicologiche e suggestioni fiabesche. Ispirato a una fiaba di Hoffmann, Il cacciatore e il re dei topi, su libretto di Marius Petipa, Lo Schiaccianoci poggia sulla musica di Čajkovskij che colora la danza di levità infantile, formula questa rispettata da Blloshmi e tesa a combinare la tradizione con la creatività contemporanea in un allestimento nuovo con scene di Platon Bardhi e costumi di Edlira Kyshka
La vicenda narra la storia di Clara: la vigilia di Natale riceve in dono dal suo padrino Drosselmeyer un grande schiaccianoci dall’aspetto di un soldatino, simbolo del viaggio della fanciulla verso un mondo fatto di presenze ostili o confortanti. Con il suo giocattolo tra le braccia, Clara si addormenta affidandoci così i suoi desideri di adolescente.
Se il sogno scandisce le metafore di una crescita, la fuga nella dimensione onirica altro non è che il sintomo degli struggimenti della pubescenza dominati, in scena, da personaggi legati ora alla realtà (la famiglia) ora all’inconscio (il viaggio). La marcia e il galop introducono gli invitati nel grande salone di casa Stahlbaum (i bambini sono interpretati dagli allievi della scuola Axis), dove Drosselmeyer anima i giocattoli, la Bambola soldato, Colombina, Arlecchino, affinché l’innocenza di quel gioco riveli la femminilità di Clara.
Così la stanza si trasforma, diventa magicamente enorme, e con essa crescono aspettative e suggestioni. Nel secondo atto, sui dodici rintocchi della musica, irrompe in scena un esercito di topi che mette a dura prova il Principe Schiaccianoci (Armando Meci) pronto a salvare Clara nella battaglia tra bene e male trasformandosi in un Principe vero.
Scompare casa Bauhman e si entra nel regno delle nevi con le sue ardite geometrie coreografiche dove il corpo di ballo è impegnato nelle dinamiche in levare dei fiocchi di neve. Qui il coreografo disegna il ruolo del Re delle nevi (Lurdi Dodgjini) accanto ad Adela Mucollari (Regina delle nevi). Il viaggio di Clara approda al Palazzo fiabesco dove incontra Bonbon e Gourmand insieme alla Fata Confetto e al suo cavaliere (Lelli e Millet-Maurin). È il gioioso divertissement composto dal celebre valzer dei fiori e piccole danze di ispirazione folclorica: Spagna, Oriente, Cina, Russia e pas de trois.
Il titolo trova dunque nuova linfa nella versione di Edi Blloshmi che dopo una carriera internazionale come Primo ballerino si è dedicato a creare per compagnie prestigiose come Les Grands Ballets Canadiens e l’Opera Nazionale di Lione. —
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