Marco Goldin al teatro Giovanni da Udine: «Vi racconto i confini dell’arte»
Il curatore con Anzovino e la Fvg Orchestra venerdì al teatrone. Al centro la mostra a Villa Manin. «Sarà un racconto teatralizzato e musicato»

Il teatro Nuovo Giovanni da Udine apre il suo sipario venerdì 21 marzo, alle 20.30, per “Confini da Gauguin a Hopper”, una serata unica organizzata da Linea d’ombra, e presentata da Marco Goldin, storico dell’arte e curatore della mostra che ad ottobre, si inaugura a Villa Manin, a Passariano di Codroipo.
Oltre centoventi le opere concesse da cinquanta musei sia europei sia americani e da inaccessibili collezioni private. La mostra che offrirà un insieme di dipinti di grandissima qualità in un percorso costruito su assonanze, atmosfere con richiami alla letteratura, alla musica, alla psicanalisi è per così dire “anticipata” dallo spettacolo teatrale così che il piacere estetico della visione futura della materia pittorica sia suggestionato prima da un potente linguaggio emotivo: quello del teatro.
Curatore di ben 400 esposizioni, di cui ha scritto anche i rispettivi cataloghi e saggi, spesso in collaborazione con importanti studiosi italiani e stranieri, Goldin da venticinque anni prende infatti per mano il pubblico dei massimi teatri italiani per condurlo alla scoperta dell’Arte.

A qualche giorno dall’appuntamento imperdibile al teatro Nuovo Giovanni di Udine, lo stesso Goldin ci anticipa il senso di un appuntamento culturale che già segna il tutto esaurito (giovedì su biglietto.lineadombra.it verranno rimessi in prenotazione eventuali posti a cui le persone dovessero avere nel frattempo rinunciato). «Il pubblico assisterà ad una presentazione in forma di spettacolo di una mostra, direi straordinaria, che inaugureremo l’11 ottobre. Più che uno spettacolo, sarà un racconto teatralizzato e musicato con me narratore, una parte musicale di e con Remo Anzovino al pianoforte, la Fvg Orchestra e un gigantesco schermo da 10 metri su cui verranno proiettate alcune decine di quadri, suddivisi nelle varie aree tematiche dell’esposizione. Ci sarà anche una sorpresa che non sveliamo e spero piacerà al pubblico. All’interno delle quattro grandi aree tematiche della mostra ci saranno i contributi scelti tra parole e musica».
Le opere di Cézanne, Van Gogh, Gauguin, Munch, Mondrian, Rothko, Kiefer e tanti altri da cui il curatore Goldin si è fatto trasportare grazie alla pluralità di fascinazioni, a cominciare dalla parola stessa “confine” scelta da GO!2025 Nova Gorica – Gorizia, European Capital of Culture” si uniscono per assonanza, come in tutti gli spettacoli ideati da Goldin che lega alla conoscenza della pittura, la “corrispondenza di amorosi sensi” con la letteratura e, in particolar modo, la poesia da Walt Whitman, a Fernando Pessoa, Thomas Eliot insieme a Vincent Van Gogh con le sue lettere al fratello Theo.
Insieme alla visione dei quadri, condurranno lo spettatore a considerare l’idea del confine come qualcosa di infinito, uno spazio nel caso della pittura degli americani che lascia senza fiato per la sua immensità ma anche come ricerca di una direzione, nel caso della pittura europea. «Ho utilizzato il senso della parola “confine” – svela Goldin – che è il tema di “GO! 2025 declinandolo al plurale, quindi “confini”. L’ambito è l’Ottocento e il Novecento sia americano che europeo. Quindi tutti i più grandi pittori che vi vengono in mente, ci sono. Andiamo a raccontare in anticipo la mostra a teatro con un linguaggio che non è quello cattedratico, che parla della pittura in senso specifico ma riunisce le varie arti. Da curatore ma ancora prima da uomo di cultura mi ha sempre interessato e caratterizzato, poter unire la parola, alla musica e all’immagine mettendo insieme le varie forme dell’arte in equilibrio. Amo anche la tecnologia e ho sempre cercato di stare al passo con i tempi. L’unione di tecnologia e poesia per me è sempre stato un elemento fondante del mio lavoro. Il teatro è il luogo migliore per raccontare tutto questo. Con lo spirito delle immagini riprodotte in alta definizione lo spettatore viaggerà tra i confini interiori, i mari, i cieli, le montagne, le atmosfere sospese e silenziose di Hopper, la solitudine dello spazio e il desiderio dell’andare oltre. L’America e l’Europa che dialogano insieme attraverso l’arte in un viaggio imperdibile, è un vero privilegio».
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