Massimo Ranieri al Teatrone di Udine: «Chi si ferma si annoia»
Il cantante si esibirà venerdì sul palcoscenico. «E in aprile sarò all’Opera house in Australia»

«Mi diverto come un pazzo perché ogni serata mi consente di cambiare e perfezionare qualcosa. Chi si ferma si annoia».
Massimo Ranieri, come canta anche la vincitrice di Sanremo Angelina Mango, non si fa certo tenere in scacco dalla noia. Il popolarissimo “cantattore” napoletano torna in regione con il nuovo spettacolo “Tutti i sogni ancora in volo”, mercoledì 21 febbraio, alle 21, al Politeama Rossetti, e venerdì 23 al Nuovo Giovanni da Udine (biglietti ancora disponibili).
«Tanti bei ricordi – racconta Ranieri – sono legati a Trieste, una città speciale, perché tutto ciò che si dice è sempre meno di quello che in realtà è. A Trieste vivono due nipoti meravigliosi che non vedo l’ora di poter incontrare. Poi ho sempre nella mente i giorni, almeno venti, che vi ho trascorso nel 2006, quando ho curato la regia de “La Traviata” al Teatro Verdi, con la direzione di Daniel Oren».
Dopo il successo delle varie riprese di “Sogno o son desto”, con “Tutti i sogni ancora in volo” Ranieri riparte dalle canzoni dell’omonimo album di inediti pubblicato a fine 2022 e allarga ancora di più i propri confini artistici: oltre le canzoni del recente disco - “Dopo il deserto” scritta da Ivano Fossati, “Tutto quello che ho” (Gianni Togni), “Questo sono io” (Pacifico), “Lettera di là dal mare” di Fabio Ilacqua, brano vincitore del Premio “Mia Martini” al Festival di Sanremo di due anni fa -, i classici della sua carriera “Erba di casa mia”, “Se bruciasse la città”, “Perdere l’amore”, “Rose Rosse”, senza perdere di vista il gusto irrinunciabile della tradizione napoletana, inframmezzando le canzoni con sketch e racconti.
Lo spettacolo – prosegue – è un riassunto di tutto quello che mi è successo nei sessanta anni di carriera, cominciando da quando ho dovuto lasciare la mia città, la mia famiglia e per strada anche alcuni amori che solo più tardi ho capito importanti. In quel momento non me ne rendevo conto perché ero troppo preso dal lavoro: cinema, teatro, canzoni e tutto il resto, e quindi non ti fermi a pensare se sia giusto o no».
Nato il 3 maggio 1951 a Napoli, Giovanni Calone, quinto di otto figli, a soli 13 anni debutta con lo pseudonimo di Gianni Rock, prenderà il nome d’arte Massimo Ranieri nel 1968, anno della prima partecipazione a Sanremo (in coppia con i Giganti); parallelamente esordisce sul grande schermo: da lì in poi non smetterà di dividersi tra musica, cinema, teatro, tv.
«Giovanni Calone/Massimo Ranieri: uno non ci può essere senza l’altro – puntualizza – perché l’uomo fa vivere l’artista e non il contrario, ed esorta tutti a non smettere mai di sognare».
In tour semi permanente nei teatri italiani, quest’anno sarà ancora in scena con le repliche di “Tutti i sogni ancora in volo” (progetto che ha racchiuso anche un libro autobiografico e un varietà Rai).
«Con questo spettacolo – conclude – andrò in tante città in Italia per tutto l’anno, sono già previste circa 90 date. Tra una tappa e l’altra farò provini per un nuovo album che cercherò di far uscire nel 2025.
Ad aprile poi si realizzerà uno dei miei sogni, come dico durante lo show, andare in Australia a esibirmi all’Opera House, dove hanno messo piede i grandissimi italiani che sono stati Domenico Modugno e Luciano Pavarotti».
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