Mattia Bidoli in arte “Flip” il mago dei bimbi dove c’è la guerra

UDINE. «Lascia il mondo migliore di come l’hai trovato». È bella questa frase. È profonda. Difficile, però. «Non ci sono istruzioni per l’uso». Mattia l’ha letta sul diario di una compagna di classe,...
UDINE. «Lascia il mondo migliore di come l’hai trovato». È bella questa frase. È profonda. Difficile, però. «Non ci sono istruzioni per l’uso». Mattia l’ha letta sul diario di una compagna di classe, in terza superiore. Gli è piaciuta, l’ha fatta sua. È diventata, per così dire, il suo mantra. Da allora, molte cose sono cambiate. Ma l’eco di quelle parole lo accompagna, ancora oggi. Trentenne, friulano, Flip (così come in molti lo conoscono, con il suo nome d’arte) è un prestigiatore professionista. È stato anche campione del mondo di Street magic nel 2015. Ma soprattutto da 14 anni, lui fa una magia più grande di quella che mette in scena sul palcoscenico: fa ridere chi motivi per gioire non ne ha. Porta la sua magia in giro per ospedali, orfanotrofi, campi profughi, carceri, zone di guerra come inviato di associazioni non governative in Bielorussia, Libano, Turchia. Con sé, una fedele “compagna”, «la maschera più piccola del mondo»: il suo naso rosso.


«Ognuno nasce con uno scopo, io credo - spiega -. Dobbiamo lasciare il mondo migliore di come ce l’hanno consegnato, almeno dobbiamo provarci. Far meravigliare e ridere le persone, è il mio. La magia è un mezzo, come un pittore si esprime dipingendo, io uso la magia. Stupisco le persone, lascio loro un bel ricordo». Oggi, quei 14 anni fatti di emozioni, storie, vite, di cammini che si incrociano, si scontrano, si contaminano, sono diventate un libro (i cui ricavati saranno devoluti in beneficenza a “Una mano per un sorriso - for children”, «con cui collaboro da due anni»). “Magamondo, cambiare il mondo con un sorriso” (Sperling & Kupfer). Il primo dicembre, Mattia, che di cognome fa Bidoli, sarà alla libreria Moderna Udinese (via Cavour 13, Udine), alle 18, per raccontare come tutto è cominciato e cosa significa sentire un padre commosso che lo ringrazia dicendogli: «Erano cinque anni che le mie figlie non ridevano più. Grazie».
(ele.cu.)


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