Max (Ruggito del coniglio): «Narro l’Italia in musica»

PORDENONE. È Max Paiella a dare il via, domani alle 21 a FrescoTeatroSocial Concordia, la rassegna pordenonese, all’auditorium citato dal titolo, organizzata da Scuola Sperimentale dell’Attore/L’Arlecchino Errante e da EtaBeta Teatro. Lo spettacolo ha l’esplicito titolo di Stasera Paiella per tutti, offro io e racchiude un concentrato di pezzi comici, canzoni e protagonisti freschi di... «giornale» creati «davvero quotidianamente» – ci precisa Paiella – assieme ad Antonello Dose e Marco Presta nella trasmissione radiofonica cult di Radio 2 Il ruggito del coniglio.
Colto in una pausa di un quotidiano comune fatto di figli accompagnati in palestra e prove di spettacolo, Paiella descrive così il suo show: «Ho pensato di partire dalla musica per capire chi siamo. Cosa siamo diventati. Non è una partenza casuale, perché in Italia sembra che ci sia un certo interesse solo per il calcio e ora, in prossimità del festival di Sanremo, della musica, della canzone. Nel mio spettacolo prende tutto avvio dall’intenzione di scrivere una canzone di successo e così, cercando di capire come comporre un brano irresistibile, prendo come esempio ’O sole mio, racconto come nacque, e da lì si snoda una carrellata di personaggi. Giornalisti e politici, ovviamente, con uno stretto aggancio all’attualità. Da Letta a Belpietro, da Renzi ad Alemanno e a Marino».
Non ci saranno solo loro, vero?...
«Certamente no. Ovviamente con la mia natura di cantante comico è inevitabile l’attenzione a quello che succede in questi giorni, ma ci sarà spazio anche per i miei personaggi più popolari».
Per esempio?
«Be’, non può mancare il russo Nikolaj Tekorkov che viene in Italia con la missione di virilizzare il nostro paese visto che ci considera una nazione di “flosci”. Poi Demetrios Parakulis, cantautore greco di alto spessore morale, che intende contrastare il dilagare della musica ciofegas, ovvero commerciale e di facile ascolto, proponendo canzoni del genere musicale skarakkias, dove i valori etici invocati nel titolo e nella prima strofa trovano nella sostanza un epilogo assai prosaico. E anche il malinconico Vinicius du Marones, da Porto Alegre, con la sua voce lamentosa e strascinata. Ma sono espedienti per parlare della nostra società, dei rapporti all’interno della famiglia e di problemi importanti come la crisi economica, la polemica di questi giorni sulla cannabis e il ruolo della stampa».
Ha sempre avuto questa vena, diciamo così, irriverente?
«In effetti la mia carriera è cominciata come disegnatore di fumetti. A un certo punto ho iniziato a esibirmi in qualche piccolo intervento suonando e la vena comica mi è venuta molto naturale. Un percorso davvero spontaneo che mi dà molte soddisfazione e che mi permette anche di cantare, cosa che mi piace molto».
Molta popolarità le nasce dal Ruggito del coniglio...
«Guardi è un’esperienza bellissima, c’è molto lavoro, davvero tanto, ma solo così è possibile improvvisare in modo efficace. Il successo della trasmissione lo dimostra».
Gabriele Giuga
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