Napoleone in Friuli: una mostra ricostruisce la vicenda del Trattato di Campoformido

Bonaparte non si spostò da Villa Manin per indispettire gli austriaci. Foramitti: «Sul documento il nome divenne Campoformio»

Fabiana Dallavalle
L’allestimento dell'esposizione (foto Comune di Udine)
L’allestimento dell'esposizione (foto Comune di Udine)

UDINE. Un giovane generale francese, Napoleone Bonaparte, invade il Friuli alla testa delle sue divisioni combattendo contro l’esercito asburgico dell’arciduca Carlo che tenta di frenarne l’avanzata.

È il 1797. Il Tagliamento, l’Isonzo, Gradisca e Tarvisio diventano campi di battaglia e i francesi trionfano ovunque. Qualche mese dopo, un armistizio che vede la spartizione dei territori della Repubblica di Venezia, e la sua fine, chiude la guerra assegnando agli Asburgo, il Veneto e il Friuli.

Villa Manin, dimora estiva dell’ultimo Doge Ludovico Manin, scelta da Napoleone quale residenza in Friuli, è il luogo in cui si firma il documento passato alla storia come Trattato di Campoformio. «Un non luogo», spiega lo storico Paolo Foramitti – curatore della mostra, in collaborazione con i Civici Musei, “1797. Il giovane Napoleone nel Friuli di Campoformio”, nella ricorrenza dei 225 anni dalla firma del Trattato di Campoformio (17 ottobre 1797), inaugurata lo scorso 30 settembre nel Salone del Parlamento del Castello di Udine e attualmente visitabile. «Sulla copia del trattato, Campoformido divenne Campoformio. Napoleone non si volle spostare da Villa Manin per porre le firme e indispettire così gli austriaci. Un’ultima prova di forza».

Il ritratto di Napoleone sulla locandina e l’allestimento della mostra (foto Comune di Udine)
Il ritratto di Napoleone sulla locandina e l’allestimento della mostra (foto Comune di Udine)

La mostra rilegge ed espone, alla luce delle ricerche più recenti e con materiale sinora raramente o mai esposto al pubblico, come alcune riproduzioni di disegni provenienti dal Louvre, la presenza in Friuli nel 1797 del giovane Bonaparte e le vicende artistiche e urbanistiche che interessarono Udine e il Friuli in epoca napoleonica.

Inoltre, indaga lo sviluppo della cartografia militare in seguito alle vicende belliche che videro contrapporsi nel 1797 nel Nord-Est d’Italia i reggimenti di Napoleone e quelli degli Asburgo.

Visitabile nel mezzanino del Castello di Udine fino a domenica 20 novembre, «ha come punto di forza un letto settecentesco, manifattura veneta, di fine XVIII – approfondisce il curatore – che solo di recente è stato individuato presso un collezionista privato. La tradizione orale di una nobile famiglia friulana indica questo letto, in precedenza mai esposto al pubblico, come quello utilizzato da Napoleone Bonaparte e dalla moglie Josèphine de Beauharnais».

Oltre che da opere provenienti dalla Fondazione Palazzo Coronini Cronberg di Gorizia e da collezionisti privati friulani e veneti, l’esposizione è arricchita da un prezioso cammeo delle Raccolte numismatiche e da una selezione di incisioni e disegni del Gabinetto dei Disegni e delle Stampe e del Museo del Risorgimento dei Civici Musei di Udine.

Ulteriore elemento di novità dell’esposizione è rappresentato dalla presenza di quattro disegni riprodotti per la mostra in grande scala, «mai divulgati in Italia, realizzati da artisti francesi e conservati nelle raccolte del Louvre a Parigi, che raffigurano con precisione altrettante vedute: il Tagliamento, Villa Manin, Udine, Palmanova».

Esposte anche alcune realizzazioni celebrative dell’epoca napoleonica in Friuli. Alcune di esse riproducono i monumenti progettati in onore delle vittorie delle truppe francesi sul Tagliamento e sull’Isonzo nel 1797. A Udine, la viabilità vide il tracciamento della via Eugenia, in onore di Eugenio de Beauharnais, vicerè d’Italia, oggi Viale Venezia ,ove era prevista la costruzione di un arco di trionfo.

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