Natalino Balasso mette in scena Eduardo al Giovanni da Udine: «La comicità è in buona salute»

Il comico veneto al Teatrone da martedì 28 a giovedì 30 gennaio con La grande magia. «L’opera, scritta nel 1948, ha ancora addosso una freschezza incredibile»

Gian Paolo Polesini
Natalino Balasso in La grande magia
Natalino Balasso in La grande magia

Fa strano, in effetti, affiancare Natalino Balasso — il comico veneto di Porto Tolle che ha sempre preferito la tradizione alla satira — a una commedia seria di Eduardo De Filippo qual è “La grande magia”. «Sono trent’anni di teatro di compagnia — ci spiega l’attore — con numerose incursioni nel cabaret; diciamo che cerco di affrontare un po’ di tutto, adesso vado bene con i video e con il mio “Circolo Balasso”».

Un passo alla volta, per non perderci. La pièce del maestro napoletano arriverà al Giovanni da Udine con le consuete tre serate: da martedì 28 gennaio, a giovedì 30. Quest’ultima replica andrà in scena dalle 19.30, mentre le altre due alle 20.30. Con Michele Di Mauro, regia di Gabriele Russo.

A scanso di equivoci, Balasso: la prosa è da sempre un’esigenza, affiancata — naturalmente — dalla straordinaria capacità d’improvvisazione comica che è una sua peculiarità.

«Le posso svelare il mio costante impegno di scrittura per alimentare vari livelli di teatralità: da quella ridanciana ad un’altra più strutturata. Se serve vado allo Zelig o, al contrario, recito su un palcoscenico. L’importante è non perdere mai la creatività».

Le possiamo chiedere come mai De Filippo?

«La proposta mi arrivò dal regista Russo e così ho inseguito la memoria fino a trovare una rappresentazione televisiva di quest’opera, scritta fra l’altro nel 1948, ma con ancora addosso una freschezza incredibile. Quindi affrontai il copione, un testo che si rivolge al presente proprio perché si concentra su realtà e illusione. La realtà non è sempre quello che sembra. Eduardo, al proposito, non ha mai negato la sua passione per Pirandello. A fine lettura individuai anche pennellate alla Beckett, che arrivò ben dopo col suo teatro dell’assurdo».

I grandi sono sempre capaci di leggere il futuro, concorda?

«Un qualunque scritto lo si può definire classico quando riesce a dialogare con più epoche».

Lei in scena è Calogero Di Spelta, un signore roso dalla gelosia nei confronti della moglie.

«Soprattutto Di Spelta è un borghese e il suo maggior timore è quello di perdere il mondo di benefici acquisiti ed è per questo che lui non si schioda volentieri dal presente, ponendo così le certezze dentro la scatola del mago dove è “conservata” pure la consorte. In verità l’illusionista Otto Marvuglia col suo trucco cerca di favorire la fuga della donna con l’amante».

Un bell’intrigo…

«E così emergono pian piano le complesse relazioni dell’umanità. Calogero sarà vittima di un tempo all’apparenza immobile e rimarrà lui stesso cristallizzato nell’attesa, più o meno la stessa sensazione dei frequentatori assidui dei social intrappolati nelle loro camere e illusi di avere un rapporto con le persone quando l’unica condizione possibile, invece, è la solitudine. Curioso: diciamo comunità, ma ognuno sta in una stanza col proprio telefono».

Basta saperli usare i social, non è tutto sbagliato.

«Un tempo erano la piazza e i bar ad amplificare le voci. Per quanto mi riguarda io cerco di anticipare quello che poi farò in teatro».

Ben diverso è invece il “Circolo Balasso”.

«Non è un social, infatti, bensì un insieme di forme d’arte. Lo potremmo definire una piattaforma televisiva con molti contenuti filmici ai quali si accede con un abbonamento. Per adesso sono 4500 gli spettatori ed è proprio con la loro presenza che noi possiamo mandare avanti la baracca. Nel menù sono presenti ben duecento video e quattro pellicole. Stiamo lavorando anche a una soap opera dal titolo “Lagna d’amore”».

La comicità è in buona salute?

«Pare di sì. La moda sta premiando i cosiddetti “stand up comedian” che sono dei monologhisti in piedi, ecco, i quali parlano soprattutto di se stessi e dei fatti della vita. Reggono anche i satiri nonostante la categoria non sia nelle mie grazie. Ridi solamente se l’attore prende in giro il personaggio politico che non sopporti. Altrimenti spegni».

C’è qualcuno che la diverte?

«Mio zio, moltissimo. Assieme a Chaplin e a Corrado Guzzanti. Anche Il gettonato Angelo Duro mi piace, ma nello spazio di una decina di minuti. Poi me lo perdo».

Natalino Balasso, Michele di Mauro e la Compagnia dello spettacolo incontreranno il pubblico a Casa Teatro mercoledì 29 alle 17.30, conduce il giornalista Alberto Rochira. 

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