Nel castello di Flambruzzo il tavolo di Badoglio

La storica dimora dei suoi discendenti è stata tra le mete di “Castelli aperti”. Nella biblioteca c’è il prezioso reperto legato ai fatti del settembre del 1943

UDINE. Basta la promessa di abbracciare con lo sguardo una quercia dai cinquecento anni di vita, per decidere di mettersi in auto alla volta del castello di Flambruzzo, storica dimora ora abitata dal duca Badoglio. Alla meraviglia di un luogo di composta bellezza si aggiungerà poi lo stupore di scoprire che la storia, quella studiata sui libri di scuola, è come dire di casa, a pochi chilometri da Udine.

La ventiseiesima edizione di “Castelli Aperti” ha spalancato sabato e domenica, le porte di ventidue residenze e il Castello di Flambruzzo (Rivignano Teor), al suo primo "ingresso" nella manifestazione, è davvero una tappa obbligata.

Costruito nel '200, faceva parte della linea difensiva dei “castelli d’acqua” a protezione della Bassa friulana e unisce caratteristiche tipiche dell'evoluzione da fortilizio a villa settecentesca con un parco all'inglese, più di tre ettari, curatissimo caratterizzato da acque di risorgiva e suggestive isole collegate fra loro.

Tracce del castello si hanno dal 1250 e a partire dal 1500 viene dato dal conte di Gorizia, che lo amministrava, in feudo ai conti di Codroipo nelle cui mani rimase fino al 1910.

Ancora oggi rimangono alcuni elementi architettonici come la Torre-portaia, il ponte da cui si accede, che ha sostituito il preesistente ponte levatoio, le mura merlate ed i fossati che circondano l'edificio' sono da considerarsi le testimonianze dell'antica struttura.

La villa che si sviluppa su una pianta a "elle" nella parte centrale rispecchia la caratteristica degli edifici settecenteschi con salone centrale passante e le camere ai lati.

Un salone e alcune camere mantengono "stucchi" e affreschi dell'epoca. mentre nell'ala est si trova cappella privata dedicata alla Santa Croce decorata a stucchi dorati e con un coro da cui si accede dal primo piano.

«Gli interventi eseguiti nelle varie epoche hanno sempre rispettato gli aspetti architettonici originari», ha spiegato il padrone di casa ai visitatori, la valorizzazione dell’aspetto esterno naturale e il mantenimento delle caratteristiche ambientali in modo di garantire un inserimento equilibrato e armonico dell'intero complesso immobiliare nel contesto urbano».

Il castello - acquistato nel 1910 dal conte Francesco Rota di San Vito al Tagliamento, la cui figlia Giuliana sposa Mario Badoglio, figlio di Pietro - è ancora abitato dai suoi discendenti.

L’interno con la biblioteca, è una tappa obbligata per gli appassionati di storia mentre il prezioso tavolo onice, attorno al quale sedettero due generali americani giunti a Roma per trattare la resa, con il Maresciallo d’Italia, è il testimone silente di vicende umane che cambiarono il corso della storia.

Tra le novità di un'edizione che mai delude segnaliamo anche "La Centa" di Joannis, in comune di Aiello del Friuli.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto