Ottavio Bottecchia, il furlan de fero: il film realizzato da RaiSport

Varrà la pena vederlo quel film solo per gustarsi le rarissime pellicole d’epoca che ritraggono Botescià dare battaglia sulle strade del Tour de France.
Quelle immagini, rarissime, sono uno dei fiori all’occhiello del film “Ottavio Bottecchia, el furlan de fero” realizzato da RaiSport in occasione della partenza della grande Boucle 2024 dall’Italia, prima volta in assoluto per la corsa ciclistica più importante al mondo e terzo avvenimento sportivo per importanza dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio.
Perché, se la città di Firenze, Emilia Romagna e Piemonte, grazie molto alla consulenza di Davide Cassani – ex corridore, ex cittì della Nazionale e che all’ormai imminente Giro d’Italia tornerà “a casa” ai microfoni dela Rai come commentatore tecnico – sono riusciti ad accaparrarsi la partenza della corsa che mette in palio la maglia gialla, lo hanno fatto anche per onorare la memoria del leggendario ciclista che il simbolo del primato in Francia indossò per due volte.
La prima di una doppietta entrata nell’epica del ciclismo ha un logo e una data: Parigi, 20 luglio 1924. Esattamente cent’anni fa dove quest’anno non si concluderà il Tour perchè la Ville Lumiere ospiterà di lì apoco le Olimpiadi, l’ex Bersagliere ciclista decorato anche con la medaglia di bronzo al Valor Militare durante la Grande Guerra, di San Martino Colle Umberto completò la sua impresa vincendo, primo italiano nella storia il Tour, dominando in giallo dalla prima all’ultima tappa, impresa senza precedenti. Meglio di Girardengo, Guerra o Binda. Prima di Bartali, Coppi, Nencini, Gimondi, Pantani e Nibali, i (pochi) altri connazionali che l’hanno eguagliato nel secolo successivo.
Per celebrare il ciclista nato nel paesino tra Veneto e Friuli e poi stabilitosi a Pordenone Raisport, con la co-produzione della Cineteca del Friuli, il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e il patrocinio del Comune di Gemona del Friuli ha prodotto il docufilm scritto e diretto dal giornalista friulano Franco Bortuzzo, montato da Luca Zanoli e con la voce narrante di Francesco Pancani.
Il film (uno Speciale della rubrica Radiocorsa della durata di 60 minuti) racconta la vicenda sportiva e umana del grande ciclista veneto-friulano attraverso le testimonianze di una trentina fra storici, giornalisti, scrittori, ciclisti, attori e parenti dello stesso mito. Chicca: c’è anche, per la prima volta, la testimonianza di Ottavio Bernardi, nipote del campione. Come detto, il film è arricchito da una decina di minuti di immagini originali dei Tour 1923, 1924, 1925 e 1926, provenienti dagli archivi francesi della Gaumont Pathé. Eccolo il camoione in azione, su mulattiere polverose o fangose e a cavallo di bici pesantissime e che, quando si rompevano, i corridori dovevano provvedere ad aggiustarsi da soli.
E poi l’epopea delle sue vittorie, ovviamente, lascia spazio al mistero della morte avvenuta il 15 giugno 1927 all’ospedal di Gemona dopo che il campione era stato trovato agonizzante vicino a Peonis 12 giorni prima. Caduta (probabilissimo) o atto violento? Il campione se ne andò a 33 anni e nella pellicola l’incidente è raccontato in base agli ultimi documenti ritrovati e ai libri usciti recentemente.
Il film andrà in onda su Raisport il 27 giugno, in serata, dopo la presentazione delle squadre al Tour de France, in diretta da Firenze.
Ma nei luoghi di Bottecchia la pellicola potrà essere vista prima con una serie di proiezioni gratuite in diversi cinema. Si partirà da Gemona il 2 giugno, poi il 6 giugno a Colle Umberto, il 7 a San Daniele del Friuli, l’8 a Pordenone, l’11 a Spilimbergo. E ancora il 25 giugno a Firenze e il 26 giugno a Bologna, città di partenza della prima e di arrivo della seconda tappa del Tour.
Ma prima della Grande Boucle ci penserà anche il Giro d’Italia a omaggiare, come fatto altre volte, il campione, che si fece notare proprio nell’edizione della Corsa rosa del 1924 iscrivendosi come Isolato, cioè senza squadra, e finendo quinto nella classifica generale vinta da Costante Girardengo, il primo Campionissimo di Novi Ligure.
Al 56° km della terz’ultima tappa, la Mortegliano-Sappada, infatti, il 24 maggio davanti al Cippo di Bottecchia, i girini si contenderanno un tragiuardo volante. Il giorno dopo nella Alpago-Bassano, prima di affrontare la doppia scalata dal Grappa, la carovana lambirà, invece, i paesi natali di Bottecchia, attraversando i luoghi delle prime pedalate di una carriera leggendaria. Tutto questo ora in un film. Che non vediamo l’ora di vedere.
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto