Al Palamostre di Udine Elio Germano e Teho Teardo portano in scena Pasolini
La rappresentazione de Il sogno di una cosa sul palco venerdì 28 febbraio alle 20.30. «Ci parla di una rotta balcanica all’incontrario»

La storia di ragazzi friulani alla soglia dei 20 anni che vivono la loro breve giovinezza e affrontano il mondo: la miseria delle origini, le lotte contadine, l’emigrazione, ma anche l’amicizia, l’amore, la solidarietà. Elio Germano e Teho Teardo portano in scena il Pier Paolo Pasolini de Il sogno di una cosa in una versione di parole e musica venerdì 28 febbraio, alle 20.30 al Palamostre di Udine per la Stagione Teatro Contatto.
Concepito e scritto tra il 1948 e il 1949, prima di Ragazzi di vita e di Una vita violenta, Il sogno di una cosa viene pubblicato solamente nel 1962, e rappresenta perciò paradossalmente il romanzo d’esordio e di epilogo della stagione narrativa di Pier Paolo Pasolini. Ora Il sogno di una cosa rivive nelle atmosfere sonore dell’ecclettico musicista e compositore Teho Teardo e nelle immagini evocate dalla voce di Elio Germano, attore e regista teatrale che ha ottenuto, tra gli altri premi, quattro David di Donatello come miglior attore per Mio fratello è figlio unico, La nostra vita, Il giovane favoloso e Volevo nascondermi – anche Orso d'argento miglior attore al Festival di Berlino - e nel 2024 quinto David di Donatello, come miglior attore non protagonista per Palazzina Laf.
Tre ragazzi friulani alla soglia dei vent’anni vivono la loro breve giovinezza affrontando il mondo: l’indigenza delle origini in campagna, l’emigrazione, le lotte politiche, fino all’integrazione nella società borghese del boom economico. Desiderano la felicità, la bella vita in un paese straniero, maturano una coscienza politica e sognano la rivoluzione, per poi piegarsi ai compromessi dell’età adulta. Fino a morire di lavoro.
«Pasolini ci parla con le voci delle persone che dall’Italia del secondo dopoguerra – raccontano Elio Germano e Teho Teardo – stremate dalla povertà, sono scappate attraversando illegalmente il confine per andare in Jugoslavia, attratte dal comunismo e con la speranza di trovare un lavoro dignitoso e cibo per tutti. Vista oggi è una specie di rotta balcanica al contrario che attraversa il medesimo confine che attualmente i profughi in fuga percorrono per venire in Italia. Forse lo abbiamo dimenticato, ma c’è stato un momento, non molto tempo fa, in cui eravamo noi a ricorrere ai passeur».
Lo spettacolo Il sogno di una cosa è una produzione Pierfrancesco Pisani per Infinito Teatro e Argot Produzioni in coproduzione con Teatro della Toscana con il contributo di Regione Toscana. Lo spettacolo è sold out ma questa sera a partire dalle 19.30 alla biglietteria del Palamostre apre la lista d’attesa. —
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