Al Palamostre di Udine Salām/Shalom: due padri insieme per la pace

Massimo Somaglino e Alessandro Lussiana sul palcoscenico al Palamostre. Lo spettacolo dal romanzo di Colum McCann ”Apeirogon” Premio Terzani 2022

Mario Brandolin

Uno dice, i ragazzi: sempre attaccati al telefonino, auricolari all’orecchio e dita smanettanti sull’iphone anche quando stanno tra loro. Eppure è bastato uno spettacolo, piccolo ma preziosissimo per far sì che per una paio d’ore i telefonini giacessero dimenticati nelle tasche dei giubbotti, e la testa e il cuore invece sintonizzati sulla storia che due attori facevano rivivere lì nel buio di una scena vuota, solo due sgabelli e due aste microfonate, qualche ben calibrato intervento sonoro e di luce a sostenere le loro parole, essenziali e vere.

Stiamo parlando di un’esperienza molto confortante, quella di diverse centinaia di ragazzi delle superiori udinesi che l’altra mattina affollavano il Palamostre per assistere alla rappresentazione di Salām/Shalom. Due padri, lo spettacolo che gli attori e interpreti Massimo Somaglino e Alessandro Lussiana con il supporto della dramaturg Paola Fresa, hanno tratto dal grande romanzo dell’irlandese Colum McCann, Apeirogon, Premio Terzani 2022.

Ebbene, dopo il brusio liberatorio e le risatine soffocate che accolgono sempre, quando si tratta di recite per le scuole il buio che precede lo spettacolo, e come si sono accesi i fari sui due interpreti, sul Palamostre è calato un silenzio bellissimo, gravido di attenzione e di coinvolgimento. Sin dalle prime battute, infatti i giovani spettatori sono stati letteralmente catturati dalla storia che andava prendendo corpo sul palcoscenico.

La storia dell’israeliano Rami Elhanan e del palestinese Bassam Aramin: due uomini veri, due padri uniti nel dolore per la perdita delle proprie figlie, uccise ciascuna dalla guerra dell’altro. Vittime di quel clima che ha minato la convivenza tra ebrei e palestinesi nello spazio conteso di Israele fin dalla nascita dello stato ebraico, clima che è drammaticamente esploso nell’orrore della guerra odierna tra Israele e Palestina.

Il romanzo racconta la storia di questi due padri che, dallo strazio che ha segnato la loro vita, hanno capito che non c’è soluzione nella violenza, nella vendetta. Che la realtà è ben più complessa per essere osservata e compresa da un solo lato: la realtà è come un apeirogon, il poligono i cui lati sono infiniti. «Infinito è il numero di lati dell’apeirogon, scrivono gli interpreti dello spettacolo in una nota. Infiniti gli sguardi. Come infinite e mutevoli le cose del mondo, luogo del caos e del rischio. Dentro quel caos, due padri: lo stesso dolore, la stessa forza. Parole di odio possono diventare parole di pace. (…) Nella geometria dell’apeirogon ogni luogo è raggiungibile, ogni punto può essere toccato anche se sembra impossibile».

Un messaggio di speranza, che i due amici, che tali sono diventati nel tempo Rami e Bassam, continuano a sostenere con Parents Circle-Families Forum, un’organizzazione no-profit di famiglie palestinesi e israeliane che hanno perso i propri familiari a causa del conflitto. Un messaggio che ha trovato nello spettacolo una struggente e suggestiva dimensione espressiva. Fatto di poche cose, di gesti misurati, assai efficaci sul piano della significazione, come il sasso che i due si passano di mano, che da strumento di aggressione (è l’arma che i piccoli palestinesi scagliano contro i soldati israeliani per urlare lo loro rabbia, la loro voglia di libertà e di una vita decente), diventa segno di lancinante pietà quando viene collocato davanti alla foto delle due ragazzine.

A dir poco bravissimi Somaglino e Lussiana nel rendere senza enfasi o retorica alcuna l’intensità del dolore dei due padri e al contempo il percorso, altrettanto sofferto, verso la consapevolezza convinta e profonda che non c’è via d’uscita, àncora di salvezza che non sia quella della non violenza, della pace e della reciproca accettazione. Lo spettacolo si regge e si fa forte, oltre che della bravura dei due interpreti, di una riduzione drammaturgica del corposo romanzo di McCann, davvero persuasiva e nella scelta dei brani e nel montaggio degli stessi, a partire dal nucleo centrale, quello che sintetizza la vicenda dei due padri.

Uno spettacolo, infine, davvero imperdibile e alla luce di quanto sta accadendo in medio oriente oggi più che mai necessario. Lo hanno prodotto in sinergia vicino/lontano e il Css, e stasera alla 20.30 sarà replicato al Palamostre per la stagione di Teatro Contatto, più che mai declinata sul versante della “Real Life”. Una real life, come quella di Rami e Bassan, che si è letteralmente imposta, con l’incisività di un accadimento vivo e unico, come è quello teatrale, e che ha trascinato la platea di ragazzi in un caloroso applauso finale in cui anche visivamente si scioglievano le tante emozioni e la palpabile commozione vissute. 

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto