Palio, Borgo San Pietro si aggiudica il Trofeo FOTO 1 - FOTO 2

Dopo un anno sabbatico, il pluricampione torna sul podio a Cividale. Oltre mille volontari all’opera
Cividale 24 Agosto 2013. Palio San Donato 2013. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press
Cividale 24 Agosto 2013. Palio San Donato 2013. Telefoto Copyright Petrussi Foto Press

CIVIDALE. Battaglia accanita, come sempre, e suspense accresciuta dal fattore meteo, che ha minacciato (ma senza conseguenze, alla fine) l’intera giornata conclusiva del Palio di San Donato 2013, quattordicesima edizione: ad aggiudicarsi il trofeo è stato nuovamente – dopo un anno “sabbatico” – il pluricampione Borgo San Pietro, che ha riportato così il panno rosso intitolato al patrono nella propria chiesa

La prova d’abilità dei corridori e dei tiratori in gara ha regalato alla borgata l’ennesimo replay: e poco prima delle 20, così, in una piazza Duomo gremita nonostante il tempo incerto è esplosa la festa nella festa, quella dei cividalesi detentori del maggior numero di Palii.

Primo balestriere (nessuna novità: Marco Cantarutti) e primo pavesaro (Davide Floreancig) in forza alla borgata vittoriosa; del primo arciere, che risponde al nome di Andrea Deganutti, può invece fregiarsi borgo Brossana.

Passando, adesso, al “capitolo bilancio”: scrosci di pioggia a parte – tutto sommato “clementi”: hanno graziato le ore clou della programmazione di ieri appunto, salvando perfino i fuochi d’artificio, e nelle due giornate precedenti sono arrivati solo a sera inoltrata – consuntivo assolutamente felice per una manifestazione che non accusa segni di stanchezza e che di anno in anno, al contrario, riesce a stupire per il potenziamento del proprio cartellone.

«Un plauso ai volontari, tantissimi – ha elogiato il sindaco Stefano Balloch al termine della messa solenne del mattino, dedicata al martire patrono –, che permettono l’allestimento della kermesse: un migliaio di persone si è impegnato per dar vita all’evento. Ringrazio i nostri concittadini per il tempo offerto e il lavoro svolto. Gli sforzi di una decina di associazioni, della parrocchia e del Comune – ha concluso – hanno consentito al Palio di acquisire un forte valore identitario».

Valore – aveva fatto intendere poco prima, nell’omelia, il parroco, monsignor Livio Carlino – che fa “rima” con spirito di comunità e che rappresenta, dunque, un patrimonio prezioso nel disorientato XXI secolo. Grande pubblico, nei tre giorni della rassegna.

Picco nella serata di sabato, che ha offerto lo spettacolo di una città brulicante in ogni angolo: apprezzata, in particolare, la giostra equestrenell’orto delle Orsoline, spazio tra i più affollati del centro.

Ma vivacissime risultavano – sabato, come detto, ma pure ieri – tutte le principali vie del centro storico, contornate da raffinati allestimenti e animate da artisti di strada, giullari, sputafuoco e tamburini, grandi e baby: carinissimi – e pure bravi – i piccoli, e addirittura “mini”, del gruppo, in progressiva espansione.

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