Partigiana, parlamentare e ambientalista Laura Conti, la donna delle grandi battaglie

Nata a Udine, ieri avrebbe compiuto 100 anni. Attivista per l’ecologia, ha fondato Legambiente
Elena Commessatti
Udine 31 marzo 2021 Tabella via laura conti ©Foto Petrussi
Udine 31 marzo 2021 Tabella via laura conti ©Foto Petrussi



Dal 2007 il nome dell’udinese Laura Conti è scolpito nel Famedio del cimitero di Milano, cioè la sua vita è citata dentro il marmo dei cittadini più illustri della capitale lombarda. E nella sua città natale? Diremmo quasi nulla. Fino al 2016 quasi nessuno ricordava qui questa vita esemplare del Novecento. Eppure la sua è stata la prima carriera green d’Italia, altro che Greta Thumberg. E prima ancora: partigiana, medico, saggista, parlamentare.

Laura Conti è la madre dell’ecologia italiana; anzi dell’ecologia scientifica. Ha fondato Legambiente, si è battuta per la verità su Seveso. Ha lottato per le plastiche in mare. Ventisei libri scritti e centinaia di pubblicazioni. Battaglie etiche piene di coraggio. Visionarie e anticipatrici. Eppure, a Udine, a lei è dedicata una via che costeggia il parcheggio di un supermercato, e nemmeno in zona centrale: “via Laura Conti”, appunto. E questo dal 2016.

L’associazione Artura Factory con Alessandra Santanera si era battuta a quel tempo perché ci fosse almeno una via, e ciò è successo, ma in che posto? Un vicolo “senza via di uscita”, (proprio per lei che si era battuta tutta la vita per la libertà di “nuove strade”’ culturali e sociali), per far sì che proprio oggi, il 31 marzo, quando lei avrebbe compiuto cento anni il giornale abbia voglia di ricordarla.

Citiamo per l’occasione qualcosa della sua eccezionale biografia. (E per approfondimenti rimandiamo a “La via di Laura Conti”, scritto dalla giornalista Valeria Fieramonte per i tipi di Mondadori.)

Laura Conti era nata a Udine nel 1921, aveva vissuto a Trieste e a Verona, per poi fare di Milano la sua città, frequentando la Facoltà di medicina. Era stato in quel periodo, nel gennaio del ’44, che la Conti da giovane studentessa era entrata nel Fronte della Gioventù e poi arrestata. Il 7 settembre, la Conti faceva il suo ingresso nel campo di concentramento di Bolzano (matricola 3786 Blocco F), in attesa di venire deportata in Germania. Con Ada Buffulini fece parte, in rappresentanza del partito socialista, del comitato clandestino di resistenza del lager. All'inizio del 1945 riuscì a fare pervenire all’esterno un articolo sulle drammatiche condizioni dei deportati a Bolzano che fu pubblicato sulla stampa antifascista italiana, ripreso anche da Radio Londra.

Tornata libera, nel ’49 si laureò in medicina. In Austria si specializzò in ortopedia e quindi si trasferì definitivamente a Milano, dove alla professione di medico, anche per l’infanzia, affiancò la militanza politica (prima nel Psiup e poi, dal 1951, nel Pci) e l’attività di divulgatrice e scrittrice. Tra il 1960 e il 1970 fu eletta consigliere alla Provincia di Milano e, tra il ’70 e l’80, consigliere alla Regione Lombardia. Nel 1986 ricevette il premio “Minerva” per la ricerca scientifica e culturale. In anni in cui la questione ambientale era considerata secondaria fu, infatti, tra i primi a introdurre in Italia riflessioni sul nesso tra sviluppo industriale e distruzione della natura.

Nel 1976, in seguito all’incidente di Seveso, la nube tossica generata da una fuga di diossina dallo stabilimento dell’Icmesa, aveva condotto una durissima battaglia, anche dalle pagine de l’Unità. (Vale la pena leggere il bel libro da lei scritto “Una lepre con la faccia di bambina”, pubblicato da Fandango).

A Milano fu presidente del Comitato scientifico della Lega per l’Ambiente e deputata alla Camera dal 1987 al 1992, facendo parte della Commissione Agricoltura. Il suo libro “Che cos’é l’ecologia”, è un cult per l’ecologismo italiano.

All’esperienza della deportazione è dedicato invece “La condizione sperimentale” (Mondadori, 1965). Il professor Giorgio Nebbia, a proposito dell’archivio di Laura Conti, conservato a Brescia scrive: «Le carte e i libri di Laura Conti rappresentano il primo nucleo di un grande archivio dell’ambiente, unico in Italia».

Bene, in questo giorno del suo centenario, molti sono i pensieri intorno a questa coraggiosa donna, che si è occupata in maniera scientifica dei grandi tempi legati all’uomo e alla natura, quando l’ecologia non era ancora una moda.

E così corre l’invito. Cara città, cara regione, ricordate per favore Laura Conti come si merita. —



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